La Nigeria ha negato a sorpresa il visto d’ingresso a Matteo Salvini alla vigilia della partenza. «Aiutiamoli a casa loro», il motivo che ha spinto più volte il segretario della Lega Nord ad annunciare pubblicamente una missione di quattro giorni nel Paese africano. Lo aveva annunciato prima del-l’estate, poi ribadito in pieno agosto, suscitando critiche. Aveva fissato anche la data: oggi. Tutto rimandato. Lo ha spiegato lo stesso leader del Carroccio su
Radio Padania: «Mi spiace perché ci avevo messo tempo, attenzione e passione, ma se non mi mettono il timbrino...». Scoppia un caso, politico più che diplomatico. Salvini, seppure con toni scherzosi e senza nominarlo, accusa Renzi di avergli messo i bastoni tra le ruote. «Non vorrei che qualcuno del governo italiano abbia detto di non farci partire». Anche il Pd ironizza. «Non conosciamo i motivi della decisione delle autorità nigeriane, ma è comprensibile che non siano accoglienti con un personaggio come Salvini e la sua conclamata xenofobia. Detto ciò spero che prima o poi possa andare e conoscere quella realtà», spiega Gero Grassi. Mario Marazziti (Pi) parla di missione «improvvisata » e di «un viaggio-bufala che i nigeriani ci hanno risparmiato». Su Facebook Salvini reagisce: «La Nigeria nega l’ingresso a una delegazione di amministratori, giornalisti e imprenditori italiani che volevano aiutare quel Paese. Mentre in Italia entra chiunque, anche senza documenti, spesso per rubare. Il mondo al contrario». Secondo l’entourage, Salvini proverà a fissare una nuova missione. Il più deluso è certamente Toni Iwobi, militante bergamasco di origine nigeriana, responsabile del dipartimento per la sicurezza e l’immigrazione della Lega. Sui social in molti hanno sottolineato l’ironia di vedere rifiutare il visto a uno dei teorici più convinti dei respingimenti alle frontiere. Tanto che #Nigeria è diventato in poco tempo l’hashtag più usato su Twitter.