L'équipe al lavoro nell'oratorio San Filippo Neri di Castel San Giovanni: da sinistra, Marco Guarinoni, coordinatore del doposcuola, le psicologhe Marta Picutti e Martina Amisani, don Paolo Capra, vicario parrocchiale
«Prima i ragazzi, finiti i compiti, “scappavano”. Adesso restano oltre l’orario, hanno voglia di raccontarsi, di stare insieme. Per loro è una delle poche possibilità di incontro al di fuori della scuola». C’è una frase del film "La gabbianella e il gatto" che don Paolo Capra, vicario parrocchiale di Castel San Giovanni, nel Piacentino, cita spesso in questo tempo segnato dalle restrizioni anti-Covid: «Vola solo chi osa farlo». L’oratorio San Filippo Neri ne è un esempio.
A giugno è partito con il Grest che si è protratto tutta l’estate. A settembre non ha avuto dubbi di ripartire con il doposcuola, esperienza che nella parrocchia della Val Tidone è tradizione dal 2007. Il sacerdote non nasconde le difficoltà sul piano organizzativo. Sono stati ripensati gli spazi, creando isole-studio, ciascuna con un educatore di riferimento. Si è dovuto mettere un tetto massimo di iscritti: trenta alunni delle primarie e una quindicina delle medie, alcuni dei quali arrivano già per il pranzo. Sono italiani, filippini, nordafricani, dell’Est europeo, «perché se non fossimo aperti a tutti, l’oratorio fallirebbe il suo ruolo educativo», evidenzia don Paolo. La collaborazione con l’Istituto comprensivo e il polo scolastico Volta affonda le radici ben prima della pandemia. «Le scuole medie sono nel palazzo vicino: le classi vengono a fare educazione fisica nel nostro campetto. Da oltre tre anni inoltre come oratorio abbiamo attivato un percorso, con due psicologhe, rivolto a chi ha disturbi specifici dell’apprendimento o difficoltà scolastiche più importanti, "Abilmente Lab", che è andato avanti anche nel lockdown, a distanza».
Il San Filippo Neri è una delle realtà che il Servizio diocesano di pastorale giovanile è andato a visitare per mettere a punto il protocollo #eorastudio, nato come risposta alla lettera-appello inviata a gennaio dai Vescovi dell’Emilia-Romagna, guidati dal cardinal Matteo Zuppi, alle parrocchie delle rispettive diocesi: concedere spazi agli studenti delle superiori, la mattina per seguire le lezioni in Dad o al pomeriggio per un sostegno allo studio. «Anche sul nostro territorio assistiamo ad episodi che dicono un disagio degli adolescenti – rileva il vescovo di Piacenza-Bobbio Adriano Cevolotto, referente del settore Scuola per la Conferenza episcopale regionale –. Prima ancora che il recupero scolastico, ci interessa offrire spazi di socializzazione “per” e “con” i giovani».
Il progetto #eorastudio va a valorizzare le esperienze in corso, rivolte in genere ai più piccoli, e ad attivarne di nuove, in un’alleanza educativa che coinvolge diocesi, Prefettura, Comune e Provincia di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano. Da ieri nelle scuole stanno circolando i volantini dell’iniziativa. «La partecipazione è aperta e gratuita – chiariscono don Alessandro Mazzoni e Dario Carini, referenti della Pastorale giovanile –. Alle famiglie sarà chiesto di firmare un patto di corresponsabilità, le parrocchie si impegnano ad assicurare le condizioni di sicurezza e la presenza di educatori che contribuiscano a creare relazioni significative».
Finora hanno aderito una ventina di parrocchie. Tra queste, Castel San Giovanni. «Accogliamo già studenti delle superiori che vengono per fare ripetizioni o, quando la situazione era più sicura, per ricerche o lavori di gruppo – spiega don Capra –. In passato abbiamo provato a proporre un doposcuola per questa età, ma non abbiamo avuto richieste. Se ora ne arriveranno, grazie al lavoro di questi anni, siamo pronti».