sabato 9 novembre 2013
​In arrivo 3mila emendamenti. Il Pd insiste sulle pensioni e chiede contributo dai 90mila euro. Il Pdl torna a puntare sulla vendita delle spiagge e sulla sanatoria per le cartelle esattoriali. Oggi il termine per la presentazione delle modifiche alla commissione Bilancio del Senato.
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Tsunami di emendamenti sulla legga di stabilità. Pd e Pdl vanno l’assalto della manovra annunciando 5-600 richieste di modifica ciascuno. La scadenza per la presentazione alla commissione Bilancio del Senato è fissata per questa mattina quando gli emendamenti potrebbero arrivare in tutto a 3mila. Si tratta solo di un primo passaggio nell’iter del ddl, che si concluderà nella seconda metà di dicembre dopo una probabile triplice lettura parlamentare. Tuttavia i fuochi d’artificio già non mancano e arrivano soprattutto dal Pdl, che mette sul piatto modifiche da 7-8 miliardi di euro, in pratica una riscrittura della manovra congegnata dal governo: tra le coperture viene rispolverata la proposta, ad alto tasso di polemica, della vendita degli stabilimenti balneari e di un allungamento delle concessioni per le spiagge vere e proprie nelle zone a maggiore vocazione turistica. Insieme a una «rottamazione delle cartelle esattoriali», ovvero una sorta di sanatoria. Si punta anche ad estendere a tutta la Pubblica amministrazione le gare Consip per l’acquisto di beni e servizi, a tagliare le Province e privatizzare le società pubbliche di servizi. Le maggiore risorse raccolte servono, sempre secondo il Pdl (che lunedì incontra Letta), per raddoppiare il plafond previsto per il taglio del cuneo e per ridurre l’impatto della nuova service tax sugli immobili, il cui gettito dovrà essere inferiore a quello della vecchia tassazione. Per la Tari (rifiuti) si chiede una stabilizzazione delle tariffe nel 2014 rispetto alla Tares e una riduzione del 10% dal 2015. Altro fronte quelle delle pensioni, dove si chiede di alzare la soglia di reddito da cui scatta la de-indicizzazione e si indica anche un limite di età oltre il quale l’assegno non potrà essere toccato.Alcuni obiettivi, come l’intervento sulle pensioni, sono condivisi dal Pd. Ma l’impostazione delle due maggiori forze di maggioranza è molto diversa, in particolare sulle coperture. Per il partito di Epifani la strada è quella di un aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie, un’estensione della Tobin tax, l’introduzione della "Google tax’ e maggiori risparmi di spesa e vendite di immobili pubblici.Gli interventi proposti dal Pd valgono in tutto un miliardo di euro. Tra i punti qualificanti la creazione di un fondo di garanzia (con Cdp, confidi, categorie produttive) per i finanziamenti alle imprese, un’operazione che dovrebbe permettere di movimentare 100 miliardi di investimenti da parte del sistema bancario riducendo il rischio del credito. Sul cuneo fiscale il Pd conferma l’idea di circoscrivere il beneficio ai redditi sotto i 28mila euro nel 2014 (bonus da circa 200 euro in un anno) e punta a rafforzare l’intervento nel triennio convogliando sul cuneo tutte le risorse recuperate da evasione e rientro dei capitali all’estero. Sulle pensioni, per evitare la deindicizzazione sotto i 3mila euro lordi, il Pd chiede un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, non solo su quelle dai 150mila euro, come già previsto, ma partire dai 90mila euro con il 5%. Per chi in pensione deve ancora andare c’è poi l’idea di permettere ai lavoratori licenziati di farlo già a partire dai 62 anni (con il calcolo contributivo). Infine si punta a maggiori risorse per gli ammortizzatori e a un "fondo povertà" per il sostegno all’inclusione sociale.
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