«L'Italia attraversa una fase complessa e cruciale». Nel primo giorno dei due di visita in Svizzera quello di Giorgio Napolitano è un appello alla fiducia nel nostro Paese, ma anche ad andare al voto, mantenendo nel contempo una distanza siderale dalle polemiche interne di campagna elettorale, anche quelle che lo chiamano in ballo. «L’Italia - spiega il capo dello Stato, incontrando a Berna il Consiglio Federale - ha un rinnovato impegno per la definizione di riforme strutturali, si confronta al suo interno per gettare le basi di un futuro degno della nostra storia». Con la crisi, certo, la nostra economia «ha subito gravi colpi. Ma già prima - spiega - sapevamo quali erano i problemi che andavano affrontati. Oggi siamo in una situazione ancora difficile ma alcuni segni di ripresa della fiducia ci sono».Si può «nutrire fiducia nel nostro Paese e negli italiani», difende, alla vigilia del semestre, il nostro contributo: «Ora si tratta di dare un nuovo slancio all’Europa, di ridare all’Italia un nuovo ruolo, più assertivo». Un appello per andare al voto, il suo, sulla scia del documento firmato insieme ai presidenti tedesco e polacco. «Bisogna ridare nuova linfa all’Europa - auspica Napolitano -, cosa ben diversa dal negare quel che si è fatto e le grandi scelte compiute». Non bisogna mai dimenticare, infatti, «lo straordinario progresso che l’Europa ha rappresentato per noi e per centinaia di milioni di cittadini». Grazie ad esso «è fortemente cresciuta l’economia, sono stati conquistati diritti e garantita la pace», dice Napolitano ai rappresentanti della comunità italiana.Non mancano domande su Beppe Grillo che lo incalza quotidianamente, annunciando che se vincerà si posizionerà sotto il suo balcone a chiedere le dimissioni sue e di Renzi, perché si vada al voto. Ma Napolitano non raccoglie: «C’è libertà di parola», risponde solo. «Non dico una parola sul merito delle scelte che spettano alla libertà di ciascuno». E a chi gli chiede se il voto di domenica avrà un valore politico replica: «Voi sapete come la penso...». E come è noto il Quirinale non ha alcuna intenzione di attribuire peso politico interno agli esiti del voto europeo. Ma l’invito è a non farsi condizionare dalle difficoltà e dagli ancora «timidi segnali di ripresa» mettendo in guardia da «pulsioni e populismi che mettono in discussione struttura ed obiettivi della costruzione comune». Se ne vedono gli effetti anche in Italia, ma «l’asprezza del confronto politico, specie in questo scontro elettorale, non ci farà deviare dall’attenzione necessaria non solo nei confronti dei paesi dell’Unione europea ma anche verso il cammino delle riforme».