Non ha i titoli necessari per essere
componente del Csm Teresa Bene, uno degli 8 laici eletti dal
Parlamento, e dunque è stata dichiarata ineleggibile dal primo plenum,
presieduto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha approvato
all'unanimità la relazione della Commissione verifica titoli, nominata
giovedì scorso subito dopo l'insediamento al Quirinale e formata da
Maria Rosaria Sangiorgio (Unicost), Claudio Galoppi (Mi) e Pierantonio
Zanettin (Fi).
Bene, eletta in quota Pd, non ha infatti i requisiti richiesti dalla
legge: non è professore ordinario ma associato e non ha esercitato
effettivamente la professione di avvocato per 15 anni. Il plenum per
l'elezione del vicepresidente si svolgerà dunque con un componente in
meno. Teresa Bene dovrà ora essere sostituita da un nuovo voto delle
Camere.
"Sono molto rammaricato per quel che è
accaduto". Giorgio Napolitano non nasconde il disappunto per il
'caso Benè.
"Mi permetto di dire - osserva in chiusura della cerimonia
di insediamento del nuovo plenum, a Palazzo dei Marescialli -
che può esserci stata qualche frettolosità e disattenzione
nel pur così laborioso processo di selezione da parte del
Parlamento dei suoi rappresentanti nel Consiglio superiore
dalla magistratura".Una decisione "errata, infondata e
strumentale" con la quale "i miei diritti sono stati platealmente
violati". Lo ha detto il consigliere laico del Csm Teresa Bene
replicando in plenum alla proposta di ineleggibilità formulata a suo
carico dalla Commissione verifica titoli e poi approvata all'unanimità
dall'assemblea.
"Spiace moltissimo constatare che questo avvenga in un organo di
rilevanza costituzionale" ha aggiunto Bene, che poi al momento del
voto ha lasciato l'aula.