martedì 21 agosto 2012
​Sempre più persone nell'orlo della crisi, non solo economica. Realtà come "Speranza al lavoro" e "Inoltre", nate per offrire sostegno psicologico a lavoratori e disoccupati, hanno già risposto in pochi mesi a 2mila telefonate. 
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Nelle sabbie mobili della crisi, economica e non solo. Sono oltre 2mila le persone che, negli ultimi mesi si sono rivolte a progetti di ascolto e supporto psicologico nati a livello regionale o nazionale. Contro il rischio di gesti estremi sono nate realtà come "Speranza al lavoro", voluta da Adiconsum e Filca Cisl, che ha già raccolto le telefonate di un migliaio di lavoratori. Storie di fallimenti e disperazioni anche quelle raccolte da "Inoltre", servizio finanziato dalla Regione Veneto. O da "Terraferma": «Circa il 10% delle telefonate - spiega l'imprenditore Massimo Mazzucchelli, che cura il progetto - viene fatto da mogli o figli, le quali si accorgono del disagio di chi si ritrova a fare i conti, oltre che con la crisi, con l'ansia e la depressione».
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