martedì 13 dicembre 2011
Si tratta di Giovanni Schiavon, titolare della Eurostrade 90 Snc, di Peraga di Vigonza (Padova), e una ex ristoratrice che si è gettata sotto un treno nel trevigiano.
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Era sommerso dai debiti ma da mesi avrebbe cercato inutilmente di riscuotere crediti pare per 200mila euro che vantava e che sperava potessero risollevare le sorti della sua azienda: un tragico paradosso che ha portato un imprenditore edile padovano a impugnare la pistola e a suicidarsi con un colpo alla tempia non prima di aver scritto alla sua famiglia un biglietto: "perdonatemi, non ce la faccio più".Giovanni Schiavon, titolare della Eurostrade 90 Snc, di Peraga di Vigonza (Padova), viveva da tempo una situazione sempre più difficile sul piano finanziario, tanto da dover mettere in cassa integrazione sette dipendenti. In questo periodo, le banche gli avrebbero anche chiesto di rientrare dalle linee di finanziamento aperte e, di mese in mese, avrebbe visto slittare in avanti la date dei pagamenti dei lavori fatti anche a favore di Enti locali.Titolare da 25 anni della Eurostrade 90 Snc, l'imprenditore era noto per la sua serietà e la sua ditta edile era apprezzata per l'affidabilità e precisione nella realizzazione dei lavori di asfaltatura e scavi fognari. Opere spesso connesse ad appalti pubblici. Il meccanismo - come è stato ricostruito dai carabinieri che indagano sulla vicenda - si è inceppato circa un anno fa, quando i pagamenti da parte dei clienti della Eurostrade 90, già in ritardo, si sono fermati. Così era scattata la cassa integrazione per sette dei dipendenti.Terminate le ultime commesse, sarebbe stato un Natale di cassa integrazione anche per gli altri, con i soldi in cassa per pagare stipendi e tredicesime ridotti al lumicino. Forse tutti questi elementi hanno portato ieri l'imprenditore, sposato, padre di due figli, a Padova, a decidere di farla finita. A chiudersi nel suo ufficio e a premere il grilletto. Il corpo senza vita è stato trovato da un dipendente. Inutili i soccorsi.Una tragedia. ha detto il governatore Luca Zaia, che ha scosso il Veneto. "Un'altra morte che sconvolge, un altro forte richiamo al Paese - ha rilevato Zaia - che conferma, anche se purtroppo non c'era bisogno, che, per come è inteso il lavoro nella nostra terra, la crisi assume un connotato di tragicità che porta troppo spesso a gesti estremi. Non conosco la vicenda personale dell'imprenditore padovano, ma quello che è accaduto testimonia che la difficoltà di un'azienda qui nel Veneto viene spesso avvertita come un problema profondo, della stessa esistenza. Questo deve indurci a chiedere a noi tutti, alle istituzioni e alla politica, se stiamo dando le risposte giuste, non solo in termini di analisi meramente economica che pure sono ineludibili, ma anche umana".Nel padovano, in un mese, è il secondo imprenditorie edile che a causa della crisi si toglie la vita. Mentre, sempre ieri, nel trevigiano pare sempre per difficoltà economiche, a farla finita sotto un treno è stata una ex ristoratrice di 43 anni.
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