Astrazeneca anche per la fascia di età 40-49, ma non solo - Ansa
Sono 6.946 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 5.080. Sono invece 251 le vittime in un giorno, in aumento rispetto alle 198 di ieri.
Sono 286.428 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i test erano stati 130.000. Il tasso di positività è del 2,4%, in calo di un punto e mezzo rispetto al 3,9% di ieri.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia sono 2.056, in calo di 102 unità rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 100 (ieri 80). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 14.937 persone (490 meno di ieri).
In totale i casi dall'inizio dell'epidemia sono 4.123.230, i morti 123.282. I dimessi ed i guariti hanno raggiunto quota 3.636.089, con un aumento di 16.503 unità nelle ultime 24 ore. Gli attualmente positivi sono 363.859, in calo di 9.811 rispetto a ieri.
La Ue avvia seconda azione legale contro Astrazeneca
Mentre la Commissione Ue avvia una seconda azione legale contro AstraZeneca, l'Italia punta ad accelerare sempre più le vaccinazioni e valuta l'uso di Astrazeneca anche per la popolazione trai 50 e i 50 anni. Il tutto mentre, ovviamente, il mondo politico litiga sul coprifuoco e c'è chi arriva a giudicarlo persino immorale.
L'Unione è davvero furibonda contro la multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese: "Chiediamo ad AstraZeneca la consegna entro giugno delle 90 milioni dosi che sarebbero dovute arrivare alla fine del primo trimestre, visto che ne abbiamo ricevuto solo 30 su 120", ha annunciato un portavoce Ue, sottolineando che secondo Bruxelles "la società non ha rispettato gli obblighi del contratto".
Italia, questa settimana in arrivo 3 milioni di vaccini
Tornando in Italia, da noi sono circa 3 milioni le dosi di vaccino in arrivo questa settimana e che veranno distribuite alle regioni. La maggioranza, secondo quanto si apprende da fonti del commissario per l'emergenza, saranno ancora di Pfizer Biontech ma sono comunque previsti arrivi anche di Astrazeneca, Moderna e Johnson & Johnson.
Astrazeneca anche per la fascia 50-59 anni
In quanto ad Astrazenca il Comitato tecnico scientifico sta valutando la possibilità di usare questo vaccino anche nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni. Al momento viene inoculato alle persone con 60 o più anni. Il commissario Francesco Paolo Figliulo preme per il suo uso, in modo da smaltire le scorte di questo prodotto. Infatti, affermano i sostenitori dell'allargamento a questa fascia di età, l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco) non ne ha vietato l'uso e l'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) ha solo parlato di "uso preferenziale" sopra i 60 anni.
In Lazio Astrazeneca ai quarantenni
Ma le Regioni spingono per il suo utilizzo anche per individui più giovani. Tant'è vero che la Regione Lazio intende usare Astrazeneca anche per i vaccinandi tra i 40 e i 50 anni. Infatti saranno 21 i centri vaccinali tra Roma e provincia interessati dall'open day Astrazeneca sabato e domenica. "Hub, modalità e orari saranno comunicati nei prossimi giorni" spiega l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. L'open day sarà per gli over 40 (nati 1981) con ticket virtuale (su piattaforma dedicata).
Figliuolo: in campo anche i medici di famiglia
"L'imperativo categorico è accelerare - ha ribadito il commissario all'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo -. Abbiamo già fatto molto, ma dobbiamo allungare il passo. Il mio obiettivo è superare le 500mila somministrazioni al giorno entro giugno. Occorre coinvolgere maggiormente i medici di base e le farmacie, in modo che il loro intervento passi dall'attuale regime di emergenza a una fase più strutturata".
E il commissario guarda anche ai medici di famiglia: "In Italia ci sono circa 43mila medici di famiglia e 20mila farmacie - osserva - se ogni medico inoculasse dieci vaccini al giorno, otterremmo 430.000 dosi in più alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 100.000 per il ruolo delle farmacie. Le previsioni sono approssimative, ma se aggiungiamo a queste proiezioni quello che già facciamo possiamo riuscirci. Teniamo presente che i medici di base sono in grado di somministrare ogni anno 8-11 milioni di vaccini antinfluenzali in pochi mesi. I pazienti si fidano di loro, si rivolgono a loro con maggiore disponibilità rispetto a un anonimo seppur efficiente hub vaccinale".
Pfizer: il richiamo meglio dopo 3 settimane
Intanto Pfizer invita a non dilatare i tempi tra la prima e la seconda vaccinazione, come invece ha stabilito il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. "Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. È una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer invitiamo però ad attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione", ha detto Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia commentando l'allungamento a 5 settimane della finestra per la somministrazione della seconda dose deciso ad esempio in Lazio.
La battaglia del coprifuoco
Ma la vera battaglia politica è sul coprifuoco, considerato da molti il padre di tutti i mali.
"Credo che con un piano vaccinazioni che sta procedendo molto bene sia assolutamente giusto prolungare il tempo delle aperture sino alle 23, o alle 24 e poi chiudere la stagione del coprifuoco: una scelta utile per aiutare il turismo. Giusto dare un po' di libertà ai nostri cittadini". dice Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia.
Gli fa eco il leader della Lega, Matteo Salvini: "Chiudere gli italiani alle 22 in casa mentre a Lampedusa sbarcano migranti a centinaia non ha senso ed è immorale", anche se non spiega la relazione scientifica tra la diffusione del Covid-19 con gli sbarchi. O tra gli sbarchi e il coprifuoco.
"Il governo ha assunto l'impegno per metà mese, di rivedere alcune misure, sulla base dei dati, che sembrano sensibilmente migliorati. Un impegno assunto dal presidente Draghi e che, siamo certi, verrà rispettato. Ci riferiamo in modo particolare al coprifuoco che, se allentato, può consentire un migliore avvio della stagione turistica tanto attesa. Bisogna anche a cominciare a riflettere sui locali al chiuso, magari con un distanziamento maggiore". Affermano, più pacati, i senatori Pd Andrea Marcucci, Gianni Pittella, capogruppo dem in commissione Finanze e Dario Stefano, presidente della commissione Politiche Ue.
Quanto all'azione del Governo, di contrasto alla pandemia, sul coprifuoco, se spostarlo in avanti o meno, Bonaccini "non ha dubbi" che "si prenderà la decisione più sensata". Bene a suo avviso anche l'ipotesi di rivedere il peso assegnato all'indice Rt per la mappatura del rischio nelle regioni: "Erano misure entrate in vigore quando non si era partiti con le vaccinazioni, oggi abbiamo milioni persone che cominciano a essere protette, quindi giusto andare a verificare".
"Il tema del coprifuoco spero verrà risolto, dato che abbiamo una riunione oggi con il Governo. La posizione originaria dei presidenti elle Regioni era di portarlo alle 23, adesso io spero che si guardi anche un po' più in là", ha detto oggi il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Si apre il dibattito sull'uso dell'indice Rt
E si agita anche il dibattito su come valutare il rischio epidemico. In molti spingono per riconsiderare l'uso del parametro Rt.
"Credo sia ragionevole e decisivo valutare l'utilizzo di nuovi parametri rispetto all'Rt per determinare fasce di colore e nuove aperture. Oggi siamo di fronte ad una situazione completamente diversa. Lo scenario è cambiato: sono state messe in sicurezza le categorie a rischio, e quotidianamente cresce la percentuale di cittadini immunizzati". Lo afferma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in una nota.
"Sarebbe un errore - spiega - non riequilibrare il peso del Rt con l'utilizzo di altri parametri. Tra le ipotesi che si stanno valutando ci sono, per esempio, quella dell'Rt ospedaliero e quella dell'indice legato alla vaccinazione: basandoci sui numeri che stiamo ottenendo con il piano vaccinale, potremmo vincolare certe riaperture al numero di dosi inoculate e alla percentuale di immunizzazione di determinate fasce d'età, penso agli over 80, 70, 60, agli ospiti delle Rsa, ai fragili. Insomma, le fasce più vulnerabili". E conclude: "Tutto ciò ci permetterebbe, innanzitutto, di presentare un parametro concreto e comprensibile ai cittadini e che assegnerebbe maggiore credibilità alle scelte".