I neo arrivati all'aeroporto di Fiumicino - Sant'Egidio
C'era anche Nico, il 17enne afghano di cui Avvenire ha documentato per otto mesi le vicissitudini, sul volo atterrato questa mattina all’aeroporto romano di Fiumicino. Con lui, sono 27 i profughi provenienti dall’isola greca di Lesbo, alcuni dei quali scampati al rogo del famigerato campo di Moria: diversi nuclei familiari, con figli piccoli; una madre con un bimbo con una severa patologia (che andrà a Trieste); un minore accompagnato da sua sorella e altri ancora.
I 27 provengono da Paesi del Medio Oriente, da Afghanistan e Iraq, ma anche dall’Africa. E sono stati individuati come rifugiati da far arrivare in Europa grazie ai corridoi umanitari dalla Comunità di Sant’Egidio, che a settembre del 2020 ha sottoscritto un protocollo col ministero dell'Interno italiano per l'arrivo di 300 richiedenti protezione internazionale dalla Grecia.
Alcuni dei profughi giunti al loro arrivo a Roma - Sant'Egidio
Un atto non reso noto e di cui ieri Avvenire per primo ha dato notizia, raccontando il lieto fine della lunga odissea di Nico, partito a 12 anni da Herat e approdato nel 2019 a Lesbo, dove le autorità greche lo avevano erroneamente registrato come maggiorenne col rischio di una espulsione. Accudito e aiutato ad Atene dai coniugi Bianchini in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, ora il ragazzo andrà a Rovereto, in un'altra struttura della comunità. Prima del decollo lui e gli altri 26 profughi hanno effettuato i controlli sanitari, compreso quello relativo al Covid 19, in Grecia. E riscontata la loro idoneità, sono stati accompagnati ad Atene dove con un volo di linea hanno raggiunto l’Italia.
Ora, effettuati gli accertamenti e gli adempimenti burocratici nello scalo romano, a gruppi saranno accompagnati verso le loro destinazioni in luoghi e case della rete della comunità di Sant’Egidio e di altri enti sparse in tutta Italia, dove saranno assistiti in un percorso di integrazione, che partirà con lo studio della lingua italiana.