Nei centri commerciali lombardi si misura la temperatura ai clienti - Fotogramma
Dopo quattro giorni di calo, risale il numero dei contagi per coronavirus in Italia. Oggi sono 4.492 in più mentre ieri l'aumento era stato di 3.491, martedì di 3.612, lunedì di 3.780 e domenica di 3.957. Il numero delle vittime è oggi di 662, con un calo rispetto a ieri quando erano state 683, mentre martedì l'aumento era stato di 743. In totale i morti sono 8.165. Sono i dati forniti dalla Protezione civile.
Sono 10.361 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 999 in più di ieri. Ieri l'aumento dei guariti era stato di 1.036. Mentre i malati di coronavirus assommano a 62.013, con un incremento rispetto a ieri di 4.492. Mercoledì l'incremento era stato di 3.491. Il numero complessivo dei contagiati, comprese le vittime e i guariti, ha raggiunto i 80.539.
Sono 3.612 i malati ricoverati in terapia intensiva, 123 in più rispetto a ieri. Di questi, 1.263 sono in Lombardia. Dei 62.013 malati complessivi, 24.753 sono poi ricoverati con sintomi e 33.648 sono quelli in isolamento domiciliare.
È negativo al coronavirus il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che lunedì si era autoisolato accusando sintomi
simil-influenzali.
«Il picco dell'epidemia è vicino»
È ormai vicino il picco dell'epidemia di coronavirus in Italia, anche se la curva epidemica riduce la sua velocità molto lentamente, come testimoniano i dati forniti della Protezione civile. "Il picco è vicino, bisognerà vedere che cosa succede nelle prossime ore", ha osservato il fisico Giorgio Sestili, fra i curatori della pagina Facebook "Coronavirus-Dati e analisi scientifiche".
In Lombardia dati preoccupanti
In Lombardia la situazione continua ad essere molto preoccupante. Lo afferma il presidente della Regione, Attilio Fontana: «È di 2.543 persone l'aumento dei contagiati nell'ultima giornata in Lombardia, un po' troppo rispetto all'andamento dei giorni scorsi", spiegando che "non sono ancora state fatte analisi" su quali zone siano più colpite. "Non so se è arrivato il picco o se ci è sfuggito qualcosa - ha aggiunto - queste valutazioni spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato. Dovremo valutare se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un pò imbarazzante."
Ecco i numeri resi noti dall'assessore regionale a Welfare, Giulio Gallera: sono 34.889 le persone positive al coronavirus in Lombardia, con un aumento di 2.543 casi in un giorno, mentre i decessi sono arrivati a 4.861, con un aumento di 387 vittime. Sono 27 i nuovi ricoveri in terapia intensiva, mentre sono 655 i nuovi accessi nei reparti normali. "Purtroppo sono dati che segnano una crescita, anche significativa"
È la provincia di Milano la zona che ha fatto registrare il maggior numero di nuovi positivi in Lombardia: sono infatti 848 i nuovi casi che portano il totale a 6922. Ieri i nuovi casi positivi nella provincia di Milano erano stati 373, l'altro ieri 375. "È un dato molto forte" ma "potrebbero essere i molti tamponi in più che sono stati fatti", ha detto Gallera. Dopo aver letto "il dato così grosso" della provincia di Milano, l'assessore ha spiegato di aver telefonato ai direttori degli ospedali cittadini "i quali non hanno evidenziato una crescita cosi importante ai pronto soccorso, una pressione più che doppia, ma è addirittura stabile rispetto ai giorni precedenti quindi potrebbero essere i molti più tamponi che sono stati fatti e non ricoveri aumentati".
In Veneto 17.457 persone in isolamento
"I dati del bollettino di oggi ci dicono che abbiamo una crescita dei positivi: sono 17.457 persone in isolamento, dato che dà la dimensione del grande lavoro dei sanitari del Veneto perchè vuol dire tamponi. Di questi 6.935 sono positivi, i ricoverati crescono, oggi sono 1.773 pazienti, 326 sono in terapia intensiva. Il dato buono che cresce sono i dimessi, sono 508. Crescono anche i morti che sono 287. Sicuramente siamo riusciti a frenare la curva che poteva impennarsi in verticale ma abbiamo i morti". Lo ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia, in un punto stampa alla protezione civile di Marghera sul coronavirus.
Lombardia e Veneto divise sull'uso dei tamponi
Fontana ha anche parlato della polemica dei tamponi, rispondendo a chi in Lombardia chiede che si facciano più controlli e non solo sui sintomatici. "Sono state fatte speculazioni vergognose - ha detto il governatore lombardo, riocordando: - abbiamo seguito le indicazioni date il 27 febbraio dall'Iss che sostiene come i tamponi si facciano solo ai sintomatici e per gli altri siano fuorvianti". Fontana ha quindi ribadito il suo no ad aumentare i controlli con questo strumento, respingendo chi lo critica e lo invita a cambiare strategia.
"Noi siamo la Regione che ha fatto in assoluto il maggior numero di tamponi - ha aggiunto - rispettando le direttive. Se le indicazioni cambieranno noi seguiremo le nuove a condizione che mi si dia tutto quanto è necessario per fare i tamponi", ricordando che i laboratori della Lombardia al momento riescono a processarne a pieno regime 5mila al giorno. E quindi "devono metterci in grado" di processarne di più".
È di idea opposta, pur essendo anch'egli espressione della Lega, invece il governatore del Veneto, Luca Zaia, che sostiene la necessità di fare un ben più largo uso dei tamponi: "Siamo in una guerra, ma la nostra strategia basata su un largo uso dei tamponi rallenterà la velocità del contagio. E ci consentirà di uscirne prima possibile".
"Noi siamo partiti da un presupposto, in autonomia e contro le linee guida: l'asintomatico è un contagiatore. La vicenda di Vò Euganeo è stata illuminante", afferma Zaia in un'intervista. "Il 23 febbraio - spiega - ho deciso di fare il tampone a tutti i cittadini del Comune. Apriti cielo, gli scienziati han detto 'questo spreca soldì. E invece fu provvidenziale perché scoprimmo che oltre ai 2 contagiati c'erano altri 66 positivi, quasi tutti asintomatici. Allora abbiamo messo in quarantena tutti i positivi, ed è stato giustamente messo in zona rossa il comune. Quando abbiamo ri-tamponato tutti gli abitanti a blocco finito che cosa abbiamo scoperto? C'erano solo 6 positivi. Il che vuol dire che così, tamponi più contenimento, blocchi il contagio".
E quindi annuncia: "Avanti a tutta forza. Noi siamo oggi a 70mila tamponi fatti e quasi 16 mila persone isolate. La nostra filosofia è cercare un caso positivo e poi testare i suoi contatti a cerchi concentrici in modo da isolare più positivi possibile. Per farlo aumenteremo i tamponi dai 6-7mila attuali a 20mila al giorno".
Arrivati a Bergamo i medici e paramedici russi
È arrivata da Mosca la scorsa notte e presto sarà operativa nell'ospedale da campo dell'Associazione nazionale degli Alpini in allestimento alla Fiera di Bergamo la delegazione russa arrivata per dare una mano in una delle zone più colpite dall'emergenza
Coronavirus. Composta da 104 persone, tra medici - sono 32 - , infermieri e addetti alla sanificazione, la delegazione prima di essere operativa, dovrebbe lavorare al fianco del personale dell'ospedale Papa Giovanni XXIII, per conoscere i protocolli dicura e di intervento che condividerà quando verrà aperta la nuova struttura.
Il nuovo ospedale da campo dovrebbe essere pronto tra una settimana e sarà fondamentale per alleggerire la pressione nelle strutture del territorio messe in ginocchio dall'alto numero dei contagi. Un numero che secondo la Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) di Bergamo è di 70 mila positivi, un dato molto più alto di quello ufficiale. E proprio a Bergamo un altro lutto nel mondo dei camici bianchi con la perdita di Flavio Roncoli, medico pensionato.
«A Bergamo 212 morti non contati»
"A Bergamo, dall'1 al 24 marzo, i decessi dei residenti sono stati 446: 348 più della media degli ultimi anni. I decessi ufficialmente dovuti a #Covid19 nel periodo sono 136. Ce ne sono 212 in più". Lo scrive sul suo profilo twitter il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "Con una mortalità all'1,5-2%, i contagiati in città sarebbero tra 17 e 23mila", conclude Gori.
In provincia di Brescia superati i mille decessi
A Brescia sono stati superati i mille morti per coronavirus. Solo tra città e provincia i decessi sono 999 ai quali vanno aggiunti i morti in Vallecamonica, che fa riferimento a Ats della montagna, che ieri erano 41. Con 166 morti e 1072 positivi il capoluogo è il Comune più contagiato, seguito a Orzinuovi con 157 casi e 37 decessi.
Oggi il bando per 500 infermieri volontari
Oggi, alle 20, parte il bando on line (nel sito della protezione civile) per 500 infermieri volontari, che fa seguito a quello per 300 medici volontari. "Faccio un appello a tutti gli infermieri italiani, fate tutti domanda per aiutare chi si trova nelle aree in difficoltà". Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia intervenendo al programma Rai "La vita in diretta".
In Calabria crescono i contagiati
Sono 393, 42 in più rispetto a ieri, le persone positive al coronavirus in Calabria. Su 4.646 tamponi effettuati quelli negativi sono stati 4.253. Lo riferisce il bollettino della Regione. I casi positivi sono così distribuiti: Catanzaro: 13 in reparto, 12 in rianimazione, 41 in isolamento domiciliare; Cosenza: 43 in reparto, 3 in rianimazione, 52 in isolamento domiciliare e 7 deceduti; Reggio Calabria: 25 in reparto, 6 in rianimazione, 80 in isolamento domiciliare, 7 guariti e 5 deceduti; Vibo Valentia: 3 in reparto, uno in rianimazione, 21 in isolamento domiciliare e un deceduto; Crotone: 17 in reparto, uno in rianimazione, 54 in isolamento domiciliare e un deceduto. Le persone giunte in Calabria che si sono registrate al sito della Regione sono 11.793. Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro.
Friuli Venezia Giulia, Trieste la provincia più colpita
Sono 1.223 i casi accertati positivi al Coronavirus in Friuli Venezia Giulia, con un incremento di 84 unità rispetto a ieri. I guariti in totale sono 52. Due invece i decessi in più rispetto all'ultima comunicazione, che porta a 72 il numero complessivo di morti da
Covid-19 in regione. Il numero più alto è quello registrato nell'area di Trieste con 42 decessi, seguito da Udine (23), Pordenone (6) e Gorizia (1). Lo ha reso noto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi. Sono 54 le persone che attualmente si trovano in terapia intensiva, mentre i pazienti ricoverati in altri reparti sono 212. Le persone in isolamento domiciliare sono 688.
Morto un agente della polizia penitenziaria di Opera
"È con enorme commozione e dispiacere che apprendo e riporto la morte di un collega che ha contratto il virus in servizio. Lavorava presso il nucleo provinciale traduzione e piantonamento di Milano ed era in servizio presso la Casa Circondariale di Milano Opera. Lascia moglie e figli". Lo comunica Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria.
Deceduto un altro farmacista a Nettuno
Deceduto un altro farmacista per l'epidemia da Covid-19: è Paolo D'Ambrogi, che esercitava nella sua parafarmacia di Nettuno. Lo rende noto il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Paolo Mandelli. "Continuiamo a prestare la nostra opera sul territorio e nelle strutture del SSN - afferma - anche se ancora non siamo stati dotati di protezioni adeguate, così come gli altri professionisti della salute impegnati a contrastarel'emergenza".
La proposta: alcol igienizzante dal vino in eccedenza
Utilizzare il vino in giacenza nelle cantine per produrre alcol igienizzante. A proporlo alla ministra Bellanova sono l'Alleanza cooperative agroalimentare e AssoDistil, spiegando che questa operazione consentirebbe di immettere sul mercato 22 milioni di litri di alcol per le strutture sanitarie e per tutta la collettività, limitando anche l'attuale ricorso alle importazioni rese ancora più difficili
per i trasporti.
La distillazione di solidarietà, come piega il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, "può rappresentare un'importante opportunità per i produttori e per il Paese". A spiegare i dettagli della proposta è il presidente di Assodistil, Antonio Emaldi. "Si tratta di dare il via libera ad una distillazione in via temporanea per due mesi, aprile e maggio, di 2 milioni di ettolitri per una produzione di circa 22 milioni di litri di alcol. Come stabilito da regolamento i produttori di vino per questa operazione dovrebbero ottenere un contributo da parte dello Stato, nella logica di evitare conseguenti distorsioni nei mercati e contenere il prezzo di vendita degli igienizzanti ai consumatori finali"