martedì 29 luglio 2014
Ncd e Per l'Italia: ora un testo nuovo. Nel Pd fronte anti-rinvii.
INTERVISTA Lupi: «Unioni civili? Mai come in Germania»
LA SCHEDA Fisco, adozioni, sanità: così va in Germania
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Il cammino delle unioni civili si complica. L’idea che la proposta del governo possa ricalcare pari pari il testo Cirinnà trova un muro fra gli alleati, e anche il riferimento di Matteo Renzi - nell’intervista ad Avvenire - alle civil partnership sul modello tedesco incontra molti no. Per converso, nel Pd, si levano voci che non accettano un possibile allungamento dei tempi. Ieri Carlo Giovanardi, per il Ncd, ha chiesto - in commissione Giustizia del Senato - la sospensione del dibattito sul testo Cirinnà rispetto al quale «anche il viceministro Enrico Costa ha sollevato seri problemi di costituzionalità». Sospensione ritenuta «obbligata» da Giovanardi dopo l’annuncio del premier delle presentazione «in settembre di un disegno di legge sulla stessa materia».  Al di là di quel che farà la commissione, la decisione del governo comporta che il dibattito si apra inizialmente tra gli alleati, prima che il testo arrivi al vaglio del Parlamento. «Renzi - avverte il capogruppo al Senato del Ncd, Maurizio Sacconi - sa che in Parlamento vi è una unanime disponibilità a risolvere tutti i problemi delle convivenze. La divisione interviene nel momento in cui per ragioni ideologiche o corporative si vuole avviare un percorso che conduca alla omologazione con le famiglie naturali unite in matrimonio». Il nodo, per l’ex ministro del Welfare, è soprattutto nella sostenibilità del sistema previdenziale. Il cui «precario equilibrio» sarebbe messo in discussione «a partire dalla pensione di reversibilità che già oggi costa ogni anno oltre 40 miliardi». Col rischio di creare i «presupposti per accedere per via giurisprudenziale al matrimonio, alle relative provvidenze sociali o all’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso». Netta anche la portavoce di Ncd Barbara Saltamartini, che giudica «irricevibile» il testo Cirinnà e chiede che sia «definitivamente accantonato».  «Pur essendo parte della maggioranza, non potremmo approvare alcun tipo di provvedimento che pretendesse di contrabbandare un simulacro di matrimonio tra persone dello stesso sesso», afferma anche Gian Luigi Gigli, deputato del gruppo Per l’Italia. pur giudicando «positive» le aperture del premier sul fattore famiglia nella delega fiscale. «Ma - avverte - occorre passare dalle parole ai fatti». Voci contrarie anche fuori dalla maggioranza. «Sono altre le priorità», dice Maurizio Gasparri, di Forza Italia. «Mai matrimoni e adozioni gay. Oggi più di ieri - aggiunge l’ex ministro - . Il testo Cirinnà non esiste più. Si attendono nei prossimi mesi le posizioni del governo. Ma è inutile correre».  Nel Pd però c’è un fronte che non accetta dilazioni. «No a passi indietro o altre perdite di tempo. Il disegno di legge del governo non potrà che partire dal modello tedesco», dicono i senatori dem Laura Cantini, Nadia Ginetti, Andrea Marcucci e Stefania Pezzopane: «Siamo i soli nell’Europa a 28 a restare indietro».
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