martedì 1 novembre 2016
La promessa del presidente del Consiglio: «Ricostruiremo tutto: case, chiese, aziende. Siamo con gli agricoltori»
Renzi: «Container entro Natale». Altri 40 milioni per i terremotati
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In un quadro «straordinario», di fronte a «un evento straordinario», le misure da adottare non possono che essere altrettanto «straordinarie». Matteo Renzi esce dalla riunione del Consiglio dei ministri per far fronte all’emergenza di «uno dei più gravi terremoti della storia dell’ultimo secolo» a cui in via eccezionale hanno preso parte i quattro presidenti delle Regioni coinvolte, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario straordinario Vasco Errani, e annuncia un decreto legge entro la fine della settimana.

Il premier ha il volto tirato di chi non ha dormito molto, ma l’aria di chi ha in mano la situazione, che ha studiato in tutti i suoi risvolti. A partire dalle richieste di una popolazione stremata che «da due mesi non vede la fine». Renzi ha ben presente che nessuno vuole allontanarsi dalla propria terra. Comprende la disperazione di chi vede sbriciolarsi i simboli di una città, la storia, la cultura, l’economia. «Lo Stato è con i cittadini», dice. «Saranno ascoltati e accompagnati». E allora va per gradi, ed elenca il suo piano di intervento in quattro fasi, rivolto in primo luogo alle persone colpite dal terremoto, ma impegnato a coinvolgere l’intero Paese, tutti gli schieramenti politici e a lanciare un messaggio all’Europa (o meglio, a confermarlo con toni inequivocabili).

«Siamo sollevati e confortati dal fatto che non vi siano state vittime in questo nuovo sisma», premette. «Mezza Italia ha sentito» ed è rimasta «impressionata ». E ha visto le immagini di paesi messi fisicamente in ginocchio. «Quei borghi hanno un’anima e non possono perderla». Tra quei borghi c’è la città «del patrono d’Europa», il premier lo ripete da ore.

Tutti gli italiani ascoltano gli appelli disperati delle popolazioni colpite. «Noi – dice – vogliamo venire incontro ai cittadini». Dunque, «nell’arco delle prossime 72 ore, per rispondere all’evento eccezionale, metteremo in campo un ulteriore decreto legge il cui obiettivo è innanzitutto accelerare le procedure e mettere ulteriori risorse in termini di personale per affrontare l’emergenza». E poi, spiega il presidente del Consiglio, «vedremo se il decreto per avere poteri accelerati e di semplificazione, confluirà in quello in discussione in Parlamento. Ciò avverrà nel massimo coinvolgimento dell’Autorità anticorruzione e delle altre istituzioni».

Ma avverrà per gradi: il provvedimento sul sisma consentirà di avere «4 fasi» tra emergenza e ricostruzione. Si partirà con «quella dell’immediata emergenza, nella quale chiederemo a chi può di lasciare il territorio, sapendo che sarà un periodo molto limitato». Seguirà «una fase intermedia, quella del container, che sono meno piacevoli della casetta di legno», ma sulle tende Renzi non cede: troppo rischiose per l’inverno. Entro Natale ci saranno i container per chi lo chiede. Quindi «la fase in cui tra 5-6 mesi, tra la primavera e l’estate le persone potranno tornare in casette di legno» e infine «la fase di ricostruzione».

Parola importante per Renzi perché non si limiterà alle case, ma a tutto il contesto. «Le discussioni sull’Europa in questa fase sono fuori luogo», insiste. «Le risorse necessarie» per far fronte all’emergenza terremoto «sono già stanziate nella legge di stabilità perché c’è un ampio margine, se ci sarà bisogno di ulteriori le metteremo». L’integrazione per l’ultimo evento di domenica è di 40 milioni, per un totale di 130 milioni di euro. Insomma, l’Italia ha tre emergenze: quella più 'vecchia' dei migranti, quella del terremoto e anche la sicurezza delle scuole, che il premier inserisce nei capitoli di spesa. «Il patto di stabilità non blocca la stabilità delle scuole». Su questo «non c’è probema con l’Europa», assicura. Piuttosto il premier punta alla coesione nazionale in questa lotta, per spuntare il sì dell’Ue. «Abbiamo chiesto alle opposizioni dal 24 agosto di collaborare» al progetto Casa Italia. «Il progetto va avanti. Renzo Piano ha parlato in Senato». Per Renzi «il tono è generalmente positivo. Ringrazio le opposizioni». I sindaci di tutti i colori politici «sono coinvolti».

C’è stata «l’estensione dei poteri di emergenza» per il capo della Protezione civile. E ci saranno «ulteriori risorse in termini di personale per affrontare l’emergenza. Sia di supporto alle popolazioni», come le forze dell’ordine (che il premier dirotterà in parte da quelle impiegate per il Giubileo in fase conclusiva), sia per quanto riguarda il personale (con nuove assunzioni a tempo determinato) per il carico burocratico. Il tutto, assicura, per una ricostruzione limpida, «senza sprechi e ladri».

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