E' atteso per oggi pomeriggio il voto sui due giudici
della Corte Costituzionale e sui cinque componenti del Csm. Dopo una impasse sulle candidature andata avanti per settimane il passo indietro di qualche giorno fatto da Antonio Catricalaà, ieri Forza
Italia sembrava orientata ad ufficializzare la candidatura di
Donato Bruno alla Corte Costituzionale, mentre il presidente del
Senato Pietro Grasso ha lanciato un appello: "Se entro oggi non si
trova una soluzione il problema diventerà ancora più grave. Non
si può tenere bloccato così un Parlamento".
La situazione potrebbe sbloccarsi oggi. Il
Parlamento, in seduta comune, convocato per le 15, potrebbe
riuscire a mandare alla Consulta i due giudici che mancano e a
reintegrare il plenum del Csm. Sempre che si riesca a far
tornare a Roma, di lunedì pomeriggio, almeno i 570 parlamentari
necessari ad eleggere i giudici costituzionali (il quorum
richiesto è dei 3/5 dei componenti).
Diversi esponenti di Forza Italia erano già pronti a votare
per Donato Bruno (avvocato civilista ed ex presidente della
commissione Affari Costituzionali della Camera considerato da
sempre un falco berlusconiano che nella precedente votazione
aveva preso 120 voti), ma molti lo avrebbero fatto davvero solo
dopo che la sua candidatura fosse stata resa ufficiale dal
partito, avesse ricevuto cioè l'"imprimatur" di Berlusconi.
Ora, si apprende da fonti molto vicine all'ex Cavaliere, l'intenzione di far convergere tutti gli azzurri sul nome di Bruno
ci sarebbe. E questo potrebbe semplificare le cose. Un sms di
indicazione ufficiale del candidato non è ancora arrivato ai
forzisti, ma "come si sa - spiegano nel partito - queste cose
vengono fatte sempre all'ultimo momento". Le forze politiche fanno i
conti e nella maggioranza c'è chi si dice più ottimista sul
fatto che alla fine il "ticket" Donato Bruno e Luciano Violante
possa passare.
Berlusconi, si racconta sempre in FI, avrebbe convenuto sul
fatto che la candidatura di Bruno potrebbe essere quella "più
unitaria", quella più in grado di raccogliere consensi non solo
nel partito, ma anche tra le altre forze politiche. A cominciare
dalla Lega che già la scorsa settimana gli aveva fatto arrivare
dei voti.
Anche il candidato del Pd, Luciano Violante, potrebbe farcela
se Forza Italia mantenesse la parola votandolo. L'ex presidente
della Camera in realtà all'ultima votazione aveva ottenuto 468
voti, nonostante avessero optato per lui anche esponenti di Lega
e Ncd. Non sarebbe riuscito a fare cioè il pieno nel suo
partito. Ma prima di votarlo, si spiega in FI, si vogliono
garanzie: "se prima il Pd non vota per la Casellati (FI) al Csm,
si scordino che noi diremo sì alla Consulta per Violante". "Noi
il patto all'inizio lo avevamo rispettato eleggendo tre del Pd e
loro hanno detto sì solo a uno del centrodestra", cioè Antonio
Leone(Ncd).
Al momento, la certezza è una sola: l'elezione dei giudici
della Consulta è legata a quella dei 5 laici del Csm. Se non si
sblocca la prima, non risolve la seconda, che non è affatto
priva di nodi. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio
(M5S) attacca, ad esempio, la candidatura di Luigi Vitali (FI),
in quanto imputato per falso. "Renzi sta per battere Berlusconi
in indecenza", affonda Di Maio che invita, domani, i
parlamentari "onesti" a contarsi per non votarlo. I togati del
Csm intanto rassicurano: da noi nessuna interferenza sulla
scelta del vicepresidente.