Sarebbe stata condannata alla sterilità non fosse stato per un autotrapianto del proprio tessuto ovarico, crioconservato prima dell'inizio della chemioterapia. La storia di Rosanna, 29 anni, diventata oggi mamma di Aurora al Sant'Anna di Torino, rappresenta un primato della medicina e anche del coraggio, della forza di volontà di una giovane donna.Affetta da una forma di beta talassemia, Rosanna all'età di 21 anni era stata sottoposta ad un trapianto di midollo osseo da donatore familiare, che richiedeva una preventiva chemioterapia ad alte dosi. Prima della chemioterapia, che l'avrebbe certamente resa sterile, era stata sottoposta a chirurgia laparoscopica, nel corso della quale erano state eseguite biopsie ovariche multiple. Il tessuto ovarico prelevato, ricco di ovociti, era stato immediatamente congelato e crioconservato in azoto liquido per circa 8 anni. La tecnica applicata, tuttora sperimentale, rappresentava l'unico modo per offrire alla paziente una possibilità di gravidanza futura.Dopo il trapianto di midollo osseo e la chemioterapia la paziente era entrata in menopausa, aveva accusato sintomi tipici ed era stato necessario impostare una terapia ormonale sostitutiva con estrogeni e progesterone. Intanto il tessuto ovarico era stato conservato in Laboratorio. Ma nel 2010 Rosanna ha chiesto di poter scongelare il proprio tessuto ovarico e di ritrapiantarlo per poter ricercare una gravidanza. A quel punto è stata sottoposta a due interventi chirurgici laparoscopici, con cui si è ritrapiantato il suo stesso tessuto ovarico. Dopo il trapianto la paziente ha potuto sospendere la terapia ormonale senza accusare i sintomi della menopausa e, dopo tre mesi dall'intervento, ha avuto i cicli mestruali spontanei. Dopo poco più di un anno è rimasta incinta. Una gravidanza con decorso del tutto regolare ha portato oggi al parto con taglio cesareo e alla nascita di Aurora, una bimba di 3670 grammi.