giovedì 28 dicembre 2023
L'invio dopo il raggiungimento dei 28 obiettivi previsti in tema di digitalizzazione, giustizia e ambiente. Oggi Cdm alle 15.30 su Milleproroghe, riforma dell'Irpef e Superbonus
La cabina di regia a Palazzo Chigi sul Pnrr

La cabina di regia a Palazzo Chigi sul Pnrr - Ansa

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Ora si può tirare un sospiro di sollievo. Soprattutto potranno tirarlo anche gli amministratori locali che nei giorni scorsi si sono lamentati per i ritardi nei pagamenti dei progetti avviati nell’ambito del Pnrr. La Commissione europea, infatti, ha versato oggi la quarta rata di 16,5 miliardi di euro all'Italia, un pagamento – fa sapere Palazzo Chigi - «frutto del conseguimento, accertato dall’Unione europea, di tutti i 28 obiettivi e traguardi legati alla quarta rata». Ma la giornata di oggi porta con sé anche altri importanti temi economici che verranno affrontati nel Consiglio dei ministri del primo pomeriggio - era convocato per le 15.30 - in cui a farla da padrone sarà il decreto Milleproroghie e la riforma dell’Irpef.

Come saranno impegnate le risorse della quarta rata

Gli obiettivi e traguardi su cui si è basato l’invio della quarta rata rientrano le misure necessarie per proseguire l'attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione, nonché importanti riforme nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici. «I principali investimenti – continua la presidenza del Consiglio - sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle pubbliche amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell'industria spaziale, l'idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l'istruzione e le politiche sociali».

Il pagamento della quarta rata porta il totale delle risorse Pnrr ottenute finora dall’Italia a circa 102 miliardi di euro, corrispondenti a più della metà delle risorse totali del Piano. «Ciò dimostra – continua Palazzo Chigi - i grandi progressi fatti dall’Italia nel raggiungimento delle misure previste. Sulla base del Piano così come recentemente modificato dal Consiglio Ue, il Governo Meloni proseguirà nell’opera di piena e tempestiva attuazione del Pnrr, nel quadro della continua e stretta collaborazione con la Commissione europea».

La novità sul tavolo del Cdm

Quattro decreti fiscali, incluso il dlgs che riduce le aliquote Irpef e il decreto Milleproroghe, sui quali c'è il consenso di tutti e con ogni probabilità la soluzione al nodo superbonus, che a questo punto andrebbe in un decreto ad hoc. Al Consiglio dei ministri atteso per oggi approda una triade di provvedimenti dal gradimento diversificato.

Strada in discesa infatti per i quattro decreti fiscali finalizzati a rendere il sistema più semplice ed equo, in particolare l'intervento sugli scaglioni Irpef che saranno ridotti da quattro a tre, era atteso al precedente Cdm salvo poi essere stato posticipato per renderlo coerente con la Finanziaria in esame al Parlamento; consenso anche sul Milleproroghe che, come di consueto, verdrà convergere una miriade di deroghe in extremis che non sono entrate in manovra; diverse invece la posizioni sul bonus edilizio al 110%, con Forza Italia che punta ad una proroga, o quanto meno a lanciare un salvagente per i cittadini i cui lavori già iniziati, ed il Mef che vorrebbe trovare altre soluzioni per scongiurare nuovi buchi di bilancio.

Ansa

Nuova Irpef. I quattro dlgs fiscali riguardano lrpef, statuto del contribuente, contenzioso tributario e cooperative compliance. Con il primo provvedimento parte il primo modulo della riforma fiscale, al momento finanziato solo per il 2024: le aliquote Irpef si riducono da quattro a tre accorpando i primi due scaglioni con un'unica aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 35% per i redditi fino a 50.000 euro e al 43% oltre i 50.000. Inoltre, si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area. La riforma garantisce un beneficio massimo di 260 euro annue per la fascia di reddito tra 30mila e 50mila euro. Oltre i 50mila euro invece il vantaggio fiscale verrà neutralizzato da un taglio equivalente delle detrazioni.

Il decreto Milleproroghe. Il dl omnibus che proroga misure in scadenza il 31 dicembre in diversi ambiti, dalla Pa alla sanità, ma anche istruzione e previdenza, dovrebbe trovare spazio la proroga di due mesi del regime fiscale di vantaggio per il mondo dello sport per i nuovi contratti sottoscritti fino a febbraio, serie A del calcio inclusa. Nel Milleproroghe potrebbe anche arrivare la proroga dello smart working per il pubblico impiego e l'estensione della fine del mercato tutelato del gas in scadenza il prossimo 10 gennaio, come già fatto per quello dell'energia. Non è escluso nel dl vengano inserite anche delle norme sulle pensioni dei medici, dopo il dietrofront del governo alla stretta inserita nella manovra.

Le divergenze sul Superbonus. Attesa inizialmente con il Milleproroghe, la soluzione al superbonus troverebbe spazio in un dl ad hoc, ribattezzato salva-spese dove ci sarebbe una misura mirata che tuttavia non prevede proroghe per tutti. Tra le ipotesi sul tavolo quella più selettiva di un Sal (Stato avanzamento lavori) straordinario limitato solo ad alcune tipologie di lavori o l'alternativa – probabilmente di più difficile approvazione - di un rinvio di tre mesi per chi ha completato almeno il 70% degli interventi entro quest'anno. Intanto, cifre alla mano, il superbonus a novembre è costato complessivamente alle casse dello Stato 96 miliardi e a dicembre si attende un nuovo balzo di circa venti miliardi. Da qui il freno del Mef sulla proroga.

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