lunedì 20 febbraio 2012
​Sospesi per 90 giorni direttore e coordinatore del Dipartimento emergenza del policlinico Umberto I di Roma. Il provvedimento è stato preso in seguito alla vicenda della donna legata a una barella per quattro giorni, il cui caso è stato denunciato dai senatori Marino e Gramazio. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Polemiche sui tagli alla sanità.
Intervista a Vincenzo Saraceni, presidente Amci - Medici cattolici (da Radio inBlu)
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Il direttore generale del policlinico Umberto I, Antonio Capparelli, ha disposto un provvedimento di sospensione dalle funzioni per 90 giorni del direttore del Dea (Dipartimento emergenza e accettazione), Claudio Modini, e del coordinatore dell'area medica Dea, Giuliano Bertazzoni. Lo riferisce una nota della Regione Lazio diffusa al termine del vertice fra il Governatore Renata Polverini e i direttori generali degli ospedali capitolini sede di Pronto soccorso. "È una decisione ingiusta che andrà motivata. Ho sempre fatto tutto quello che era il mio dovere": questo il commento del direttore del Dea, Claudio Modini. LA DIFESA DEL RESPONSABILE DEL PRONTO SOCCORSO«Quella donna non era in stato coma. La valutazione successiva si è rivelata diversa rispetto a quella iniziale. Probabilmente c'é stato un errore di comunicazione tra i medici». Lo ha riferito il responsabile del Dea dell'Umberto I di Roma, Claudio Modini, in merito alla donna rimasta quattro giorni in barella al Pronto Soccorso. «La donna non era completamente lucida e ieri è stata trasferita dal pronto soccorso al reparto di neurologia. Era comunque vigile e in agitazione psicomotoria», ha aggiunto Modini. «Ci sono state delle inesattezze e la donna non era in coma - continua il responsabile del Dea - si tratta di una situazione diversa da quella rivelatasi apparentemente all'inizio». La donna infatti sarebbe vigile, ma «non collaborante» e, secondo quanto si apprende da ambienti medici, non parla, ma è reattiva, non risponde a ordini semplici, ha delle crisi convulsive per le quali necessitano terapie specifiche. La paziente, si è appreso,«risulta agitatissima per cui è necessario procedere a terapie per endovena non potendo somministrarle terapie orali». «Servirebbero meno polemiche e bisognerebbe trovare insieme una soluzione. Sappiamo che ci sono meno posti letto a causa del piano di rientro e dobbiamo trovare un modo per migliorare la situazione. I posti letto andrebbero, ad esempio, distribuiti tenendo conto delle richieste d' emergenza. Inoltre i medici dovrebbero lavorare in situazioni meno precarie e dovrebbe esserci più personale». ISPETTORI ACQUISISCONO DATI POLICLINICO Ieri gli ispettori del ministero della Salute hanno acquisito informazioni e richiesto dati ai responsabili del pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma in merito alla vicenda della donna legata in barella. A quanto si è appreso, gli ispettori hanno chiesto informazioni anche sulla situazione generale del pronto soccorso dell'ospedale. «È stato un colloquio lungo e costruttivo», ha spiegato il responsabile del Dea, Claudio Modini.POLVERINI, PAZIENTE ASSISTITA DA 11 MEDICI«C'è un problema di organizzazione, ma la paziente è stata assistita da ben 11 medici nel fine settimana». Lo ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, al Tg5, sul caso della donna legata in barella. «A noi - ha aggiunto - compete la riorganizzazione del sistema, un sistema complesso che si scontra con quello che negli anni si è consolidato. Ma siamo determinati ad andare avanti - ha concluso - faremo chiarezza, ci auguriamo che anche la Procura ci dia una mano».«CONSEGUENZA DEI TAGLI ALLA SANITÀ»Una situazione gravissima, quella dei pronto soccorso e della sanità sopratutto nelle regioni in "rosso", destinata anche a peggiorare se non si interverrà subito, ed è conseguenza di una politica sanitaria fatta di tagli, spesso indiscriminati. La vicenda del Pronto Soccorso dell'Umberto I di Roma riporta in prima pagina la crisi della sanità italiana, e sono i molti ad indicare proprio nei tagli alle risorse le cause dei disservizi. «La sanità pubblica italiana - afferma Luigi Presenti, presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) - è allo stremo. Il caso verificatosi al Policlinico Umberto I di Roma è legato, come altri casi verificatisi di recente, alle ormai sempre più importanti riduzioni delle risorse per la sanità pubblica». Interviene anche il presidente della commissione d'Inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, secondo il quale «è importante sottolineare che i disagi riscontrati nel Lazio non sono un'eccezione, ma sono un male ormai endemico che si riscontra, in generale, anche nelle altre Regioni sottoposte a Piano di Rientro: Campania, Calabria, Sicilia». A questo proposito, Orlando definisce «drammatiche», per esempio, «le condizioni del Pronto Soccorso del Cardarelli di Napoli, così come al Loreto Mare, dove pazienti parcheggiati in barella nei corridoi sono una costante e i dirigenti denunciano, da mesi, sovraccarico di lavoro e continua carenza di organico a fronte di un costante aumento degli accessi al Pronto Soccorso». Il «gravissimo episodio del Policlinico come quello del San Camillo, non è un caso isolato»: ad affermarlo è l'Fp-Cgil e la Cgil Medici, spiegando che «tagliando in modo indiscriminato posti letto ospedalieri, ma non si costruiscono reali alternative sul territorio aperte h24 a partire dalla valorizzazione di tutti i medici convenzionati». «Quando i tagli alla sanità portano a conseguenze come quelle accadute all'Umberto I, vuol che è stato raschiato il fondo, per cui è necessario invertire il senso di marcia».
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