venerdì 22 marzo 2024
Visibilia, contestate 20mila ore di cassa integrazione per 13 dipendenti che avrebbero continuato a lavorare. Le opposizioni: la ministra si dimetta. Lei non lo esclude, ma «dopo la decisione del gup»
Daniela Santanchè

Daniela Santanchè - ANSA

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Oltre 20mila ore di Cassa integrazione per un importo complessivo di 126.468 euro, chieste e ottenute come ammortizzatori Covid tra maggio 2020 e febbraio 2022, per 13 dipendenti che in realtà avrebbero continuato a lavorare. È la presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps che potrebbe costare il processo alla ministra del Turismo Daniela Santanchè (Fdi), al suo compagno Dimitri Kunz e al responsabile delle tesorerie di Visibilia Group Paolo Giuseppe Concordia. Una notizia che ha subito fatto riaprire il fuoco delle opposizioni: Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa chiedono le immediate dimissioni della senatrice di Fratelli d’Italia oppure un intervento della premier Giorgia Meloni per farle lasciare l’incarico.

Santanchè, da parte sua, si è detta «convinta che il giudizio andrà contro il desiderio dei mie avversari politici». Ma ha fatto capire di essere pronta al passo indietro: «Dopo la decisione del giudice dell'udienza preliminare, per rispetto del governo e del mio partito, farò una seria e cosciente valutazione di questa vicenda che è comunque antecedente alla mia nomina a ministro».

La vicenda è quella di Visibilia - gruppo formato da diverse società attive nei settori dell’editoria, della pubblicità e dell’alimentare biologico - che prima dell’ingresso nel governo faceva capo a Santanchè, la quale ha poi ceduto le sue quote a Kunz. Ieri la Procura di Milano ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, e coinvolge anche le società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Il fascicolo per truffa aggravata è nato in seguito alla denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations dell’azienda, che si è rivolta anche al Tribunale del lavoro di Roma. Secondo un’informativa della Guardia di Finanza, dalle conversazioni tra Kunz e Concordia sarebbe emersa la «consapevolezza» degli indagati di aver adottato un sistema «illecito».

Quello relativo alla presunta truffa aggravata è il primo filone d’inchiesta su Visibilia che giunge a conclusione. Resta invece ancora aperto, ma dovrebbe chiudersi a breve, il capitolo per falso in bilancio a carico di Santanchè, scaturito da presunte irregolarità nella gestione contabile di Visibilia, per il quale la ministra risulta indagata anche per bancarotta. Per quest’ultima ipotesi accusatoria, tuttavia, dovrebbe essere chiesta l’archiviazione in quanto nessuna delle società del gruppo Visibilia, finora, è fallita.

Prevedibile il putiferio politico che la notizia giunta dal palazzo di giustizia milanese ha scatenato sulla ministra del Turismo e sull’esecutivo. «A che ora si dimette Santanchè?», ironizzava ma non troppo, ieri pomeriggio, il segretario di +Europa Riccardo Magi. Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein (richiamando il siparietto di mercoledì alla Camera tra Meloni e il verde Angelo Bonelli) manifestava la curiosità «di vedere le faccette della presidente del Consiglio Meloni quando al Consiglio Europeo ha ricevuto la notizia che una ministra del suo governo è indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato». La richiesta dem, con la responsabile giustizia Debora Serracchiani, è infatti rivolta alla premier: «Meloni ci stupisca e chieda le dimissioni a Santanchè». Al contrario, accusa il presidente del M5s Giuseppe Conte, la premier e Fdi, che «facevano la voce grossa sulla gestione della pandemia» quando a Palazzo Chigi c’era lui, adesso «chiudono gli occhi sulla ministra» indagata.

Dalla maggioranza si è levata invece la voce «garantista fino al terzo grado di giudizio» del ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani.

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