venerdì 5 ottobre 2012
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Dopo Modena, anche la procura di Bologna sta valutando se aprire un fascicolo d’inchiesta sull’assegnazione dell’appalto per la gestione del Cie al consorzio siciliano “L’Oasi”. Già la prefettura bolognese, infatti, aveva sospeso la firma della convenzione per il Centro di identificazione ed espulsione. La cooperativa siracusana si era fatta avanti in fase di gara d’appalto presentando una compagine amministrativa, ma poi ha cambiato in corsa presidente e vicepresidente, sostituiti con professionisti le cui credenziali devono essere esaminate dalle Prefetture che sostengono di non avere ricevuto alcuna comunicazione circa gli avvicendamenti.E a Modena ieri la prefettura ha implicitamente confermato quanto ricostruito da Avvenire. Uno dei nodi riguarda il profilo del nuovo presidente, l’avvocato siciliano Emanuele Midolo, che risulta avere precedenti per falso in atto pubblico. Un nome che prima delle inchieste di stampa non era noto alle autorità: «Il nuovo presidente del consorzio è subentrato – ribadisce la nota prefettizia – dopo l’aggiudicazione dell’appalto». Perciò viene assicurato che «la firma del contratto non ha ancora avuto luogo – precisa la Prefettura – in quanto sono in corso ulteriori accertamenti istruttori». “L’Oasi”, dunque, è «temporaneamente incaricata della esecuzione anticipata del contratto», perché con l’uscita di scena degli operatori delle Misericordie «si sarebbe dovuto procedere alla temporanea chiusura del Cie».A poca distanza dall’ufficio del prefetto, il caso è sul tavolo di un’altra scrivania. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo d’indagine, al momento senza indagati. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo Vito Zincani, intende far luce sulle garanzie offerte dal consorzio. “L’Oasi” ha ottenuto l’incarico per trattativa privata, poiché la gara d’appalto (con assegnazione al massimo ribasso e base d’asta 30 euro) andò deserta. Troppo pochi, 30 euro, per tutti gli altri enti che ancora adesso sostengono sia impossibile far quadrare i conti in una struttura con meno di 70 euro. La compagine isolana, invece, offrì al prefetto una spesa giornaliera per ogni ospite di 28,5 euro contro i 74,5 spesi dal precedente gestore.Fatti due calcoli vuol dire, con circa duemila euro al giorno, pagare uno staff di una decina di persone, fornire pasti, svolgere le pulizie e garantire tutti gli altri servizi previsti dalla convenzione: tessere telefoniche, barberia, abbigliamento, mediazione linguistica e culturale, assistenza psicologica e infermieristica continuata, eccetera.
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