La platea del convegno all’istituto Angelicum - Ansa
Un «cambio d’epoca», richiede una nuova presenza pubblica dei cattolici. Una «agenda sussidiaria e condivisa».'Ditelo sui tetti' è una piattaforma di impegni e priorità messa in campo da una settantina di sigle dell’associazionismo cattolico, presentata ieri nell’aula magna della Pontificia università San Tommaso d’Aquino-Angelicum, alla presenza del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ha concluso con una lectio magistralis.
Un’iniziativa che dovrà muoversi dentro «una società democratica e composita, con una pluralità di visioni e prospettive con espressioni valoriali, convinzioni etiche, posizioni politiche assai diverse, e non sempre convergenti», ha detto nel saluto introduttivo, collegato da Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti. Occorrerà proporsi come «interlocutori capaci di ascoltare ciò che emerge dalla nostra società», spiega il presidente della Cei, che ricorda le prove che, una dopo l’altra, hanno segnato la nostra convivenza: dalla crisi del 2008, all’emergenza migranti, fino alla pandemia, e ora la guerra. Stella polare deve essere la «salvaguardia della dignità della persona». Assistiamo invece a «derive utilitaristiche, che fanno dei poveri vite di scarto, che vedono nella disabilità e nella debolezza un inutile peso, che sostituiscono alla giustizia del lavoro per tutti l’assistenzialismo filantropico». Ma «restare umani», avverte Bassetti, «è frutto di costante vigilanza e non si improvvisa». Bassetti auspica che l’agenda sia «attraversata dallo sguardo accogliente del Samaritano», che accompagna la vita «in tutte le sue fasi, anche nella sofferenza estrema, e non procura mai la morte».
Il titolo dell’agenda, Ditelo sui tetti ripreso da un invito esplicito di Gesù, ricorda a sua volta il cardinale Parolin, sprona tutti a una nuova antropologia «frutto dell’incontro tra fede e ragione», perché «non soltanto l’uomo non sa più chi egli sia; la cosa ancor più grave è che pare che abbia smesso di domandarselo. E invece questa è la base anche di un’azione politica «di ispirazione cristiana ». Per questo il porporato ha invitato anche a una sana laicità. Il che significa certo «separazione tra Stato e Chiesa, ma non indifferenza e tanto meno sospetto dell’una nei confronti dell’altra». I cattolici potranno così «esprimere pubblicamente pensieri e azioni della propria fede sollecitando leggi a tutela dei valori professati». Questa laicità autentica «farà sì che i laici possano davvero compiere la loro missione, essere il sale della terra e la luce del mondo». E contribuire a quella papa Francesco chiama «politica migliore», «popolare e non populista».
Un «cambio di passo», è l’obiettivo indicato Domenico Menorello dell’osservatorio Vera lex?, fra i promotori dell’iniziativa. Tanti i punti in agenda: Fisco pro family, attenzione alle famiglie più fragili, cure palliative, rilancio dei consultori, istituzione della giornata della vita nascente, revisione dell’Isee, investimento sulle paritarie, argine agli eccessi delle toghe. Tema, questo, affrontato da Alfredo Mantovano, vice presidente del Centro Livatino: «Serve una nuova generazione di giuristi cattolici in difesa del diritto naturale ». Per l’ex ministro Maurizio Sacconi si deve puntare sul «volontariato di prossimità », e non «sui finanziamenti assistenzialistici erogati da Roma». Un nuovo «umanesimo davvero integrale», auspica Marina Casini, del Movimento per la vita. Centrale, sottolinea Eugenia Roccella, una nuova questione femmini-le, per rilanciare famiglia e natalità. Mentre Giancarlo Cesana (Esserci) parla di libertà educativa. Infine, Alberto Gambino, presidente di Scienza & vita, ringrazia «perché a volte il laicato ha bisogno di una spinta». Tra i politici presenti, la ministra della Famiglia Elena Bonetti (Iv), il segretario della Lega Matteo Salvini, la presidente di Fdi Giorgia Meloni, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi, sempre di Italia Viva, Maurizio Gasparri di Fi, Stefano Fassina di Leu. Saluti pure da Franceschini, Serracchiani e Bersani.