venerdì 14 giugno 2024
Due detenuti si tolgono la vita a Biella e Ariano Irpino. Il Consiglio d'Europa: situazione allarmante da tempo, le misure adottate non sono sufficienti
Il carcere di Bollate in un'immagine di repertorio

Il carcere di Bollate in un'immagine di repertorio - Ansa

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Le misure adottate non sono sufficienti e la situazione è «allarmante»: è il pronunciamento del Consiglio d'Europa che oggi si è detto «molto preoccupato» per l'alto numero di suicidi nelle carceri italiane. La richiesta rivolta a Roma è che vengano stanziate maggiori risorse e prese «rapidamente ulteriori misure correttive».

Una denuncia che arriva nello stesso giorno in cui si verificano due suicidi, che portano il totale a quarantadue dall’inizio dell’anno. È successo nella notte, verso l’una, nel carcere di Biella. Era un uomo di 45 anni di origine romena. Nella stessa sera, un detenuto minorenne di origine magrebine ha tentato di togliersi la vita nel carcere Malaspina di Palermo. Si è salvato solo grazie al rapido intervento degli agenti della Polizia penitenziaria. Il suicidio precedente risale a ieri, 13 giugno, ad Ariano Irpino (Avellino). Prima ancora, l’11 giugno a Ferrara. «Nelle carceri si consuma una strage silenziosa: ormai non facciamo in tempo a riprenderci, per quanto possibile, dallo sconforto per un suicidio in carcere che se ne aggiunge un altro» – ha dichiarato il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello. «Sono sia il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere, sia dalla mancanza di figure sociosanitarie e di ascolto».

Non è la prima volta che il Consiglio d’Europa denuncia la situazione carceraria italiana. Lo scorso anno era arrivato lo stesso appello: viene espressa preoccupazione anche per il fatto che Roma non abbia fornito nessuna delle informazioni che erano state richieste dopo l'ultimo esame condotto dal comitato dei ministri un anno fa. Nello specifico, era stato chiesto di inviare dati che dimostrassero che quando i tribunali nazionali, o la Corte di Strasburgo, indicano che un detenuto deve essere trasferito in una Rems, questo avvenga «senza indugio», e non in 35 giorni come accadde nel caso per cui l'Italia fu condannata dalla Cedu.

Dall’esecutivo del Consiglio d’Europa viene sottolineato che l’annuncio sull’aumento del budget 2024 per il rafforzamento dell'assistenza psicologica e psichiatrica negli istituti di pena sarebbe certamente positivo se non fosse che «alla luce del concomitante aumento dei costi di questi servizi, l'impatto di questa misura appare limitato». Viene anche espressa preoccupazione per i detenuti che soffrono di disturbi psichici che attendono il trasferimento dalle prigioni alle Rems (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza).

«Va varato un decreto carceri che deflazioni il sovraffollamento detentivo (sono oltre 14mila i detenuti in esubero), - ha spiegato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria -, che consenta l'assunzione straordinaria e accelerata di agenti del Corpo di polizia penitenziaria, cui mancano più di 18mila unità, e permetta il potenziamento dell'assistenza sanitaria, specie di natura psichiatrica». Il sovraffollamento resta un problema consistente. A documentarlo le Statistiche penali annuali del Consiglio d'Europa sulla popolazione carceraria relative al 2023 pubblicate la scorsa settimana: le carceri italiane sono al sesto posto in Europa per sovraffollamento.

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