martedì 18 dicembre 2012
Vasta operazione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli contro il clan Fabbrocino. Contestati diversi reati tra cui riciclaggio di capitali ed estorsioni nei pubblici appalti. ​Sequstrati beni per 120 milioni di euro
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Si chiama "Fulcro" l'operazione condotta dalla Direzione investigativa antimafia che sta portando gli uomini del capo centro di Napoli, Maurizio Vallone, insieme a Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri a notificare decine di misurecautelari tra Napoli, Milano, Bergamo, Brescia, Bologna, Roma,Chieti, L'Aquila, Catanzaro e le altre quattro province campane. Nel mirino il clan Fabbrocino, attivo nella zona vesuviana, che con questa indagine della Direzione distrettuale antimafia viene duramente colpito.L'inchiesta della Dia di Napoli ha portato alla notifica di 28 misure cautelari in tutta Italia. Non solo ha consentito di accertare il riciclaggio di capitali del clan Fabbrocino in sette regioni, dalla Lombardia alla Calabria, oltre alla Campania, estorsioni nei pubblici appalti, compresi quelli della raccolta rifiuti, o la turbativa d'asta, ma anche il voto di scambio.  Sono state arrestate diverse persone legate al clan Fabbrocino e componenti della cosca, tra cui il cugino del boss e omonimo, Mario Fabbrocino, sta eseguendo sequestro d'urgenza di beni intestati a prestanome e riconducibili ad esponenti del clan per un totale di 120 milioni di euro. Si tratta di attività economiche, ma anche di immobili.
L'inchiesta prende in considerazione episodi di usura ed estorsione, ma anche infiltrazione del clan negli appalti pubblici, soprattutto nella gestione dello maltimento rifiuti, e tocca il cuore economico della cosca, il riciclaggio nel nord Italia dei guadagni con le attività illecite. I particolari dell'operazione "Fulcro" verranno dati in una conferenza stampa in procura a Napoli,  alle ore 11, alla quale parteciperanno il procuratore Giovanni Colangelo e il direttore della Dia, Arturo De Felice.
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