Per entrare in Europa da protagonista Matteo Renzi deve «avere le idee chiare, non solo per l’Italia, ma per un’Europa che deve cambiare. Renzi non deve battere i pugni sul tavolo, ma pensare quali devono essere le priorità delle politiche europee. L’Italia può essere protagonista di questo cambiamento perché inizia il suo semestre in coincidenza con l’elezione del nuovo Parlamento e della nuova commissione». Roberta Angelilli, Ncd, vicepresidente del Parlamento europeo, aspetta con ottimismo l’esordio del premier sulla scena internazionale, alla vigilia dell’incontro di lunedì con la Merkel.
Pensa che sia arrivato il momento di rivedere i parametri che impediscono la ripresa? Il punto non sono i parametri. Non si tratta di dire che non vogliamo rispettare le regole, ma di capire che accordi fare per prevedere misure di premialità rispetto a una nazione che si impegna su tutte le riforme, e poi le porta a termine. E questo non solo per l’Italia. C’è un’ambizione superiore: di utilizzare il semestre per aprire a un nuovo disegno europeo. Bisogna rendere il patto di stabilità più equo a fronte di investimenti produttivi per tutti gli Stati membri.
Che impatto ha avuto l’arrivo di Renzi in Europa? C’è la percezione che l’Italia con questo nuovo go- verno ha voglia di reagire, di cambiare passo. C’è un governo, con a capo un presidente giovane e con un approccio diverso. L’Italia è pronta a fare le riforme, a risanare i conti pubblici e a rispettare le regole, però vuole delle risposte dall’Europa.
Ma che margini di trattativa ha Renzi? L’austerity fine a se stessa porta solo recessione. In cambio Renzi presenta un’agenda con date certe e fitta di riforme: lavoro, giustizia, tasse, burocrazia. La commissione deve avere un atteggiamento ragionevole di flessibilità. Per fare le riforme abbiamo bisogno di risorse, che non possiamo impiegare solo per ripianare il debito...
Prima di Renzi lo hanno detto anche Monti e Letta. Che cambia ora? L’approccio di basso profilo e il tentativo di trovare il punto di equilibrio non sono serviti. Renzi deve farsi portavoce di un’intera nazione che si vuole rialzare. La Merkel rappresenta tutta la nazione con la sua larga coalizione. Il governo deve fare squadra, ma tutto il Paese deve seguirlo. Da noi ci sono i sindacati che sono contro, le associazioni di categoria contro, i giornali contro. Il tutti contro tutti frena qualunque governo. Il decisionismo di Renzi allora potrebbe pagare. E in questo momento la velocità è tutto.