martedì 20 marzo 2012
​Schiaffi, strattoni per i capelli e tirate d'orecchie. Il metodo violento di un'insegnante dell'Istituto comprensivo Pietro da Cemmo di Capo di Ponte, in Val Camonica, ha più volte sconfinato nel campo dei maltrattamenti su minori. La donna è stata  arrestata in flagranza di reato e portata nel carcere di Verziano.
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​Schiaffi, strattoni per i capelli e tirate d'orecchie. Il metodo violento di un'insegnante di 54 anni dell'Istituto comprensivo Pietro da Cemmo di Capo di Ponte, in Val Camonica, per i carabinieri della Compagnia di Breno (Brescia), ha più volte sconfinato nel campo dei maltrattamenti su minori, un reato punito dall'articolo 572 del Codice penale. E per questo, ieri mattina la donna è stata  arrestata in flagranza di reato e portata nel carcere di Verziano. Le indagini dei carabinieri della stazione di Capo di Ponte, guidati dal comandante Gaetano Schiattarella, hanno preso avvio all'inizio dello scorso febbraio, quando ai militari sono arrivate tre diverse denunce da parte di genitori preoccupati per quanto raccontato loro dai loro figli, piccoli alunni di una classe terza elementare dell'istituto."I primi a rivolgersi a noi - ha raccontato il comandante Schiattarella - sono stati i genitori di una bambina". Lapiccola non voleva più andare a scuola, hanno raccontato ai militari mamma e papà; inventava continui mal di pancia pur di restare a casa e non vedere la maestra. Dopo la terza denuncia, con l'autorizzazione della Procura di Brescia, i militari hanno installato delle telecamere nella classe composta da 22 alunni della scuola bresciana, potendo seguire le azioni dell'insegnante praticamente in diretta. In circa 14 giorni di osservazione sono stati otto gli episodi di maltrattamenti documentati dagli occhi elettronici. "Schiaffi in testa e sul viso, forti tirate per le orecchie e per i capelli. - ha specificato il comandante dei carabinieri della Compagnia di Breno, Roberto Rapino, che ha aggiunto -. In tanti anni di servizio in Val Camonica non mi èmai capitato di assistere a episodi del genere". A far scattare l'intervento dei militari e le manette, lunedì mattina intorno alle 10, è stato un violento schiaffoassestato dall'insegnante a un bambino seduto al proprio banco che aveva sbadigliato senza mettere la mano davanti alla bocca. In tutto sono stati sette gli alunni tra gli otto e i nove anni presi di mira dall'insegnante di italiano e storia, tra cui anche uno straniero. Lo scorso anno una segnalazione sul comportamento tenuto dalla maestra era giunta al Consiglio di istituto della scuola di Capo di Ponte. Segnalazione che, però,non era sfociata in una denuncia.La notizia ha turbato la piccola comunità di Capo di Ponte, comune di circa 2mila abitanti della Val Camonica. Il preside della scuola ai militari è parso incredulo. "Anche mia nipote l'ha avuta come maestra per cinque anni - ha raccontato un residente in paese - e non ha mai avuto problemi". La maestra, sposata e con due figli, era benvoluta e conosciuta anche perché rappresentante sindacale nel consiglio d'istituto per la Cgil. Con alle spalle una carriera lunga 35 anni nell'insegnamento, sembra stesse attraversando un momento difficile in famiglia."A volte i docenti sono costretti a lavorare in situazioni di stress e difficoltà oggettiva, di mancanza di rispetto - ha dichiarato la dirigente dell'Ufficio scolastico della provincia di Brescia, Maria Rosa Raimondi - questo, però, non giustifica mai il ricorso alla violenza". La dirigente Raimondi ha parlato di "casi riprovevoli e dolorosi", di un "senso di sconfitta". L'importante, ha concluso, è "non generalizzare il giudizio sulla scuola bresciana, che non lo merita". Domani mattina la maestra 54enne comparirà davanti al gip Maria Paola Borio per l'interrogatorio di garanzia.
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