Ma la terza sezione d’Appello della Corte dei Conti, confermando ieri «integralmente il provvedimento emesso in precedenza», e ribadendo la formulazione originaria dello stesso decreto Imu, ha imposto il pagamento del 30% delle penali, il 10% in più, quindi, di quanto richiesto dagli industriali del gioco d’azzardo. La sanatoria-scappatoia offerta su un piatto d’argento dall’Esecutivo, lo scorso agosto, prevedeva un pagamento «non inferiore al 25% del danno quantificato in primo grado», così suddiviso: Bplus 211,2 milioni, Cirsa Italia 30 milioni, Sisal Slot 61,2 milioni, Gtech (Lottomatica) 25 milioni, Gmatica 37,5 milioni, Codere 28,7 milioni, HBG 50 milioni, Gamenet 58,7 milioni, Cogetech 63,7 milioni e Snai 52,5 milioni.
Sei di queste dieci concessionarie degli apparecchi da intrattenimento – Gtech, Sisal, Snai, Cogetech, Gamenet e Cirsa – hanno chiesto di beneficiare del condono e hanno già versato il 20% della quota (così come richiesto nel precedente pronunciamento dei giudici, quindi quasi il totale della somma) in un conto del ministero dell’Economia e delle finanze. Adesso quella somma andrà integrata fino ad arrivare alla quota complessiva di circa 350 milioni di euro (cioè il 30% della quota iniziale).
Ecco la nuova ripartizione dei pagamenti destinati all’erario, alla quale andrà aggiunta la percentuale di interessi legali maturati dal- la sentenza di primo grado (circa 12-14 milioni): Cogetech 76 milioni, Sisal 73, Gamenet 70, Snai 63, Cirsa 36 e Gtech 30. I concessionari dovranno versare le integrazioni entro il 15 novembre e dimostrarne l’avvenuto pagamento entro il 29 novembre, in attesa della Camera di consiglio definitiva della Corte già fissata al 4 aprile 2014. Le motivazioni dei giudici contabili saranno rese note entro martedì.
E mentre, come rileva Agipronews, stante «l’ulteriore sforzo economico, non sostenibile da tutti», alcuni operatori «potrebbero decidere di 'passare la mano', riducendo ulteriormente le somme che il Governo aveva messo a bilancio per la copertura dell’abrogazione dell’Imu», la società Gtech (controllata Lottomatica Videolot Rete) fa sapere che «chiuderà il contenzioso con la Corte dei Conti integrando altri 10 milioni ai 20 già versati sul conto del ministero», e cioè esattamente il 30% rispetto ai 100 milioni stabiliti nella sentenza di primo grado del 2012. Se, comunque, tutta l’industria dei giochi dovesse far fronte agli obblighi imposti dalla Corte dei Conti, si otterrebbe – spiega Agipronews che rilancia una dichiarazione del vicepresidente contabile Marco Smiroldo – «l’incasso più alto mai affettuato nella storia del tribunale contabile».
Le altre quattro concessionarie delle slotmachines che non hanno aderito alla 'sanatoria' (Bplus, Gmatica, Codere e HBG), sono impegnate in un altro procedimento giudiziario dinanzi alla terza sezione d’Appello della Corte dei Conti che definirà l’entità del dovuto.