martedì 15 novembre 2022
L'ipotesi di reato è l'omicidio colposo. Sono accusati di avere attestato il falso nella richiesta di autorizzazione alla missione nella quale furono uccisi l'ambasciatore e il carabinieri Iacovacci
I feretri di Attanasio e Iacovacci

I feretri di Attanasio e Iacovacci - Siciliani

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La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu, per la vicenda legata alla morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 22 febbraio dell'anno scorso.

Nei confronti di R.L. e M.L.R., il procuratore Francesco Lo Voi e l'aggiunto Sergio Colaiocco contestano il reato di omicidio colposo. I due sono gli organizzatori della missione del nord del Paese africano durante il quale i due italiani furono uccisi.

Gli indagati sono accusati di avere "attestato il falso, al fine di ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell'Onu, indicando nella richiesta di autorizzazione alla missione, al posto dei nominativi dell'ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci - spiegò una nota della Procura quando furono chiuse le indagini -, quelli di due dipendenti Pam così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio e ciò in quanto non avevano inoltrato la richiesta, come rescritto dai protocolli Onu, almeno 72 ore prima".

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