Aspettando la nazionale che gioca sabato sera, il Pd riunito all'hotel Ergife per fare il punto della situazione (dopo la travolgente vittoria elettorale alle europee ma anche dopo lo spinoso caso Mineo e la fronda dei dissidenti sulla riforma del Senato) prova a serrare i ranghi con le note dell'inno di Mameli. Matteo Renzi in piedi, canta, poi prende la parola per un lungo discorso all'assemblea.Quel 40 per cento raccolto alle europee, ha detto Renzi, ci pongono di fronte a una grande responsabilità, perché non è un punto di arrivo ma un'attestazione di speranza da parte degli italiani". "Tre temi dovremo giocare la
battaglia delle prossime settimane", alla vigilia del semetre europeo di presidenza italiano: cambiare la Ue proprio partendo dalla disoccupazione
giovanile che riporta dati "sconvolgenti". Poi c'è da portare avanti una "gigantesca campagna" per
l'educazione e la scuola è il suo esordio: non solo l'edilizia, il cui piano è già iniziato, ma anche una cura che parta dal valore degli insegnanti. Molti i temi affrontati dal premier che ha confermato la proposta, trapelata già dalle prime ore del mattino, di
Matteo Orfini, il leader dei Giovani turchi, alla presidenza del Pd. Per la presidenza del Pd, ha detto, serve una
"guida non espressione della maggioranza" del partito ha detto il premier "per la formazione politica che ci ha visto tante volte dividerci ma perché nel partito ci si sta rispettandosi". Renzi ha poi aggiunto che la segreteria sarà aperta a tutti quelli che vogliono starci.
Tra i temi in agenda nell'immediato futuro il premier ha citato, oltre alla scuola e al lavoro, il sostegno alle famiglie. "Nel 2015 realizzeremo finalmente in
Italia il quoziente familiare" ha detto Renzi, soffermandosi sull'agenda del
governo nella politica fiscale. A settembre, dopo la riforma della
legge elettorale, Renzi ha assicurato che verrà realizzato "un impegno preso durante le
primarie, un impegno vincolante e lo faremo d'accordo con
esponenti maggioranza e parlamento: quello sui diritti civili". Renzi ha citato la "civil partnership", sulla quale, ha detto "mi sono impegnato in campagna elettorale".
Molto dure le parole sul caso Mose e sull'uscita di scena di Orsoni. "Quando uno di noi, iscritto o meno,
patteggia per una operazione di finanziamento illecito,
chiediamo di fare passo indietro. Chi patteggia significa che è
colpevole, chi è colpevole è giusto che non faccia il sindaco" ha detto Renzi invitando chiunque nel Pd abbia notizia di reato "ad andare dai magistrati, senza aspettare che siano i magistrati ad andare da loro".
E anche sul caso Mineo il premier ribadisce la linea tracciata: no ai ricatti e alle divisioni. "Non mandiamo via nessuno, ma non possiamo permettere a qualcuno di ricattare con la sua presenza la posizione del Pd" ha detto sottolineando che ci sono "regole" per i membri delle commissioni parlamentari e incassando un grande applauso dalla platea.