Via libera definitivo al ddl di
riforma della Pubblica amministrazione. L'Aula del Senato ha
infatti approvato la delega con 145 voti a favore. I
contrari sono invece stati 97 e nessun astenuto. A favore della delega hanno votato Ap e Pd. Si sono detti contrari al ddl M5s, Fi, Ln, Cri, Sel, Gal
ed Ala.
La riforma della Pubblica amministrazione diventa così legge, le prossime tappe
sono, dopo la firma del Capo dello Stato, la sua pubblicazione
in Gazzetta Ufficiale, ma soprattutto si apre la fase di
attuazione. Essendo una legge delega la messa a punto dei
decreti legislativi rappresenta un capitolo cardine. Ci sono
oltre 15 deleghe a cui seguiranno altrettanti, e forse più,
provvedimenti: si va dalla razionalizzazione delle partecipate
pubbliche al riordino della dirigenza, dalla digitalizzazione
dei servizi al processo contabile, dal taglio delle prefetture a
quello delle camere di commercio.
Ma ci sono delle misure che si possono definire
auto-applicative, come la definizione di un meccanismo per il
silenzio assenso tra amministrazioni con tempi certi, per cui
dopo 30 giorni, massimo 90, in caso di mancata risposta, si
intende ottenuto il via libera. Risultano di immediata
attuazione anche i limiti all'autotutela, per cui si mettono dei
paletti ai poteri dello Stato di intervenire a sua difesa.
Tuttavia anche per le deleghe il Governo ha fatto subito
sapere di voler procedere in tempi brevi. E se la pubblicazione
in Gazzetta avverrà presto, si punta a presentare il primo
pacchetto di decreti attuativi già al primo Cdm dopo la pausa
estiva.