mercoledì 8 gennaio 2014

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«Sarà un programma vero, forte, non ho alcuna intenzione di galleggiare con riformette e provvedimenti che non incidano nella carne viva del Paese e delle istituzioni. Matteo sarà leale con me, e io lo sarò con lui». Enrico Letta chiude la serata ascoltando l’intervista tv del segretario Pd. E ne esce rinfrancato: scherzetti non ce ne sono. Così la giornata in cui ha avviato ufficialmente le consultazioni con i partiti in vista del Patto di governo (chiamato dal premier "Impegno 2014") assume un altro valore. Lo aveva intuito, il premier, quando prima di ricevere nel suo ufficio i vertici di Scelta civica (non Mario Monti, ospite a Firenze di Matteo Renzi) era salito al Colle per concordare metodo e contenuti.Ricevendone un sostegno pieno, che archivia giorni di «chiacchiere» su una possibile corsa al voto il 25 maggio nonché - voce delle ultime ore - su una presunta volontà del segretario Pd di scalzare Letta a Palazzo Chigi senza passare per le urne (come D’Alema nel ’98 a discapito di Prodi). Il presidente della Repubblica ha confermato la sua ferma intenzione di guidare il Paese sino alla primavera 2015, consegnandolo, dopo aver realizzato la riforma del bicameralismo perfetto, ad una stagione politica nuova.Il sindaco di Firenze, nella partita della legge elettorale, si sta scontrando con il muro di Grillo e il tatticismo di Berlusconi. E Angelino Alfano, dopo settimane passate ad incassare, ieri è passato al contrattacco con un avvertimento: se davvero il Pd si avvia ad un accordo con Forza Italia, allora, minaccia il vicepremier, tanto vale andare subito alle urne con il proporzionale puro che la Consulta riscriverà con le motivazioni del 16 gennaio che chiuderanno per sempre l’era del Porcellum. E Letta ha avuto buon gioco a riportare la discussione nei margini della maggioranza e a chiedere di attendere le motivazioni della Consulta.Ieri il premier ha voluto iniziare le consultazioni con Scelta civica. E ha assicurato anche alla segretaria dei montiani, Stefania Giannini, di voler mettere a punto un programma ambizioso, capace davvero di far cambiare passo al Paese. Il premier ha raccolto una sollecitazione di metodo di Scelta civica, quella di convocare un tavolo di maggioranza prima di chiudere il Patto. Letta ha trovato la proposta «ragionevole». Il mega-vertice dei leader si terrà nella settimana che segue il 16 gennaio, giorno in cui la direzione Pd avrà un importante confronto su legge elettorale e job act. Insomma, entro dieci giorni. In serata poi Letta, scottato  dalla mossa di Renzi di incontrare Mario Monti, ha anche fatto sapere che entro venerdì tutti i leader passeranno nel suo ufficio. Renzi è dunque atteso tra oggi e dopodomani, così come Alfano, Mario Mauro e Nencini. Dopo questi bilaterali, Letta si metterà a scrivere il cronoprogramma da presentare al vertice. Per tenere fede all’impegno di chiudere tutto al massimo entro il 25 gennaio, il premier ha rinunciato al viaggio in Turchia del 16-17 gennaio. Resta invece l’impegno in Messico del 13-14.
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