"Domani sarà una giornata di riflessione, rivedrò gli appunti e porterò a sintesi il lavoro molto interessante che oggi si è sviluppato nell'incontro con le varie forze politiche e nei contatti continui con il presidente della Repubblica". Così il premier incaricato Enrico Letta al termine delle consultazioni."La giornata di oggi è stata intensa e ho avuto indicazioni molto utili sia per i contenuti che per il metodo", ha detto Letta, che ha spiegato che i temi affrontati con il M5S andato in streaming "sono gli stessi che ho affrontato con le altre delegazioni" e su quei tre temi (emergenza economico-sociale, riforma politica ed Ue bisogna "far ripartire il Paese anche "per superare il crollo verticale della credibilità della politica".
SPERANZA: NODI DA SCIOGLIERE"Alcuni nodi sul tavolo richiederanno un supplemento di lavoro. Ma siamo convinti che questo lavoro nelle prossime ore possa portare a sciogliere i nodi e a dare al Paese un governo". Così il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, dopo il colloquio con Enrico Letta alla Camera.
MOVIMENTO 5 STELLE: NESSUNA FIDUCIA IN BIANCO"Una squadra di governo di alto profilo, scollegata da certe logiche del passato. Un governo il più possibile al di sopra delle parti". Lo ha detto Vito Crimi all'incontro con Enrico Letta. Aggiunge Roberta Lombardi: "Ci aspettiamo nomi di altissimo profilo". Caute aperture ad una possibile fiducia all'eventuale governo Letta sembrano arrivare dal Movimento 5 Stelle. Nel corso dell'incontro alla Camera con i capigruppo grillini di Senato e Camera, Vito Crimi e Roberta Lombardi, il premier incaricato ha sollecitato i 5 stelle ad avere un "atteggiamento di responsabilità", con una evidente sollecitazione a votare la fiducia. Su questo, replica Crimi, "ancora adesso non siamo nelle condizioni di vedere un vero cambiamento, non sappiamo quale sia la squadra di governo". Insomma, per decidere sulla fiducia, ribadisce Crimi, "dobbiamo aspettare di vedere lo scioglimento della riserva, quale sia la squadra di governo, quale sia il programma".
ALFANO: SPIRITO COSTRUTTIVO"Lungo incontro affrontato con spirito costruttivo per il bene dell'Italia, delle famiglie e imprese. Lo stesso spirito costruttivo riscontrato nell'approccio di Enrico Letta e quindi siamo soddisfatti dell'incontro. Noi non stiamo ponendo una questione di formule di governo o di poltrone, cadreghe o cadreghine". Così Angelino Alfano, al termine dell'incontro con Enrico Letta. "Il nostri intendimento - ha detto il segretario del Pdl - è che possa nascere un governo che possa avere i nostri otto punti come base. Abbiamo trovato delle aperture dal premier incaricato è chiaro che dei passi avanti sono stati compiuti è evidente che ci sono alcuni nodi da sciogliere, il nostro lavoro non si fermerà".
MARONI: LEGA ALL'OPPOSIZIONE, MA COLLABORATIVA"Non entreremo nel governo, non siamo interessati alla squadra di governo. Penso che, salvo miracoli, staremo all'opposizione, ma che sarà un'opposizione collaborativa nella definizione del programma di governo". Lo ha detto il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, al termine delle consultazioni a Montecitorio con il presidente del consiglio incaricato, Enrico Letta. "A Letta abbiamo espresso la nostra soddisfazione, il nostro interesse è che nasca un governo perché è l'unico modo per risolvere i problemi dei cittadini - ha aggiunto Maroni -. Gli abbiamo dato come suggerimento il nostro programma, il Manifesto del Nord, in 12 punti, che comprende l'euroregione del Nord, la ricchezza del Nord resti al Nord, meno Stato più federalismo. Attendiamo di sapere se questi punti entreranno tra i punti del programma di governo, altrimenti saremo all'opposizione, ma che sarà concreta, mai ideologica, tesa a risolvere i problemi. Noi siamo interessati a un governo che sia nostro interlocutore".
OLIVERO: GOVERNO ENTRO FINE SETTIMANAIl governo di larghe intese di Enrico Letta è presumibile nasca entro il fine settimana e sia operativo dalla prossima dal momento che il presidente della Repubblica ha chiarito che "non ci sarà prova di appello". Lo ha detto il portavoce di Scelta civica Andrea Olivero al termine dell'incontro di stamane a Montecitorio con il presidente del Consiglio incaricato. "Non si andrà per le lunghe, ma qualche giorno ci vuole perché occorre sciogliere ancora dei nodi. Il fine settimana è un termine logico per avere un governo che sia nella pienezza dei suoi poteri dalla prossima settimana", ha detto Olivero ai giornalisti. "Ma deve essere chiaro che se non ci sarà un governo Letta, il Paese si troverà in una situazione drammatica. Il presidente della Repubblica ha chiarito che non ci saranno prove d'appello e le elezioni potrebbero non essere l'unico passaggio", ha aggiunto Olivero. Nel suo discorso di insediamento Giorgio Napolitano ha detto che in caso di ulteriori divisioni tra i partiti non esiterà a "trarne le conseguenze", passaggio che è stato interpretato come la minaccia di dimissioni. Sulla composizione del nuovo esecutivo, Olivero ha detto che il presidente incaricato pensa a "una compagine ristretta di politici/tecnici pronta fin da subito a mettere in atto un programma che parta dalle proposte dei 10 saggi di Napolitano". Scelta civica inoltre critica la richiesta da parte di alcuni esponenti del Pdl di mettere l'abolizione dell'Imu nel programma del nuovo governo: "Se la questione dell'Imu diventa una battaglia simbolo per il Pdl tutto diventa più difficile. Se invece la questione viene messa sul tappeto come uno dei problemi da risolvere allora la soluzione si trova", ha detto il capogruppo alla Camera Lorenzo Dellai.
BERLUSCONI: FARE GOVERNO PIU' IMPORTANTE DI CHI LO GUIDA"Letta? Poco importa chi guiderà questo governo, importante che ci siano un governo e un Parlamento per approvare provvedimenti urgenti; sono molto preoccupato ma, essendo ottimista di natura, continuo ad essere fiducioso e a combattere". Lo dice Silvio Berlusconi a Tgcom24.
RENZI: ARRIVARE IN FONDO, NON DISERTARE"Ora arriva il momento nel quale gli auspici devono diventare realtà. Chi ha il coraggio delle proprie azioni deve arrivare in fondo, non deve disertare". Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi durante le celebrazioni del 25 aprile a Firenze parlando dell'incarico affidato a Enrico Letta."Io e all'amministrazione fiorentina saremo al suo fianco (di Letta, ndr) per mettere fine ad una delle pagine più brutte inconcludenti della nostra storia".
VENDOLA CONFERMA OPPOSIZIONE, LARGHE INTESE SBAGLIO"Abbiamo spiegato le ragioni della nostra opposizione a quello che si preannuncia essere un governo di larghe intese". Nichi Vendola al termine dell'incontro con il Presidente del consiglio incaricato Enrico Letta, conferma il no di Sel all'esecutivo sottolineando che le larghe intese "sono la risposta sbagliata al fatto epocale della richiesta di cambiamento". "Abbiamo rivolto un augurio sincero di buon lavoro ad Enrico Letta". Nichi Vendola, nel ribadire che Sel resterà all'opposizione, sottolinea però come non vi sia 'nessuna ostilita' nei confronti della persona" del presidente del Consiglio incaricato. Inoltre, aggiunge, "la nostra opposizione non significa regredire verso forme di populismo". Anche perché, conclude, se il governo dovesse nascere", deve dare risposte certe sui temi della cassa integrazione in deroga, degli esodati, della crisi sociale e del negoziato con l'Europa per ridiscutere in radice le politiche di austerity. "Il Cln era un luogo in cui convivevano diversità straordinariamente lontane e per certi versi inconciliabili. Solo un soggetto non c'era: i fascisti", Vendola, rispondendo ad una domanda sul 25 aprile al termine delle consultazioni con Enrico Letta, accosta l'antifascismo all'antiberlusconismo. "Ecco, se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza - osserva Vendola - erano altri gli alleati da cercare visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo".
BOCCIA: CHI NON VOTA LA FIDUCIA È FUORI DA PD "Nessuna minaccia ai colleghi ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito". Francesco Boccia, deputato del Pd, interviene a Sky Tg e risponde,senza nominarla, alla senatrice Laura Puppato che stamane- intervistata da 'La Repubblica'- aveva detto che non se la sentiva di votare la fiducia a fronte della presenza di certi ministri del Pdl nell'esecutivo Letta.
L'ORA DI ENRICO LETTAL'ora di Enrico Letta scatta alle 12 e 20, quando la sua Fiat Ulysse di proprietà, con lui alla guida, varca il portone del Quirinale. Dove - meno male - il cerimoniale era stato avvertito dell’arrivo dell’anonimo visitatore. Ripone il suo giubbino nel vano posteriore, accanto ai seggiolini dei bimbi ancora montati e per l’ex pupillo di Andreatta, tecnico di Ciampi, ministro con D’Alema e Amato, sottosegretario di Prodi e, ora, vice di Bersani, arriva il momento di giocarsela in prima persona.Passa solo mezz’ora e si presenta ai giornalisti insieme a Giorgio Napolitano, già da presidente incaricato. «Ho accettato con riserva - spiega - secondo la formula di rito». Di primo mattino era arrivata la «sorpresa» della telefonata dal Colle sebbene sin dalla sera prima c’erano state per lui le avvisaglie di tenersi pronto, perché il presidente stava valutando: o lui o Amato. Prospetta un «governo di servizio al Paese». Chiarisce però che «non nascerà a tutti i costi, ma se ce ne saranno le condizioni», replicando ai giornalisti che gli riferiscono dei paletti già posti dal Pdl. Un incarico che lo «onora», ma che gli grava «sulle spalle con un peso anche più forte e più pesante della capacità di reggerlo. Ma - aggiunge subito - con grande determinazione mi metto al lavoro perché penso che il Paese abbia bisogno di risposte», con l’idea di «utilizzare il più breve tempo possibile», per sciogliere la riserva e formare il governo. C’è piena consapevolezza della sfida di «un’emergenza enorme e insopportabile» in un contesto in cui «la «politica ha perso tutta la sua credibilità». Entro oggi quindi concluderà le consultazioni alla Camera, non c’è tempo da perdere, «le imprese chiudono, la povertà cresce, i giovani vanno via dall’Italia», ricorda. Napolitano ascolta, percepisce dalle parole di Letta la conferma difficoltà della sfida, ma ricorda a tutti che quella indicata con questo incarico rappresenta «l’unica prospettiva possibile». L’alternativa del voto, affacciata come alternativa e come minaccia, a fasi alterne, sia dal Pd che dal Pdl, non regge:«Anche se si rivotasse, probabilmente l’effetto di blocco sarebbe uguale a quello attuale e non ce lo possiamo permettere», avverte Letta. Non c’è chiusura, però: «Discuteremo con tutte le forze politiche, in primis il Pdl, e cercheremo di trovare le soluzioni». Ma non parlerà solo ai potenziali alleati: «Mi appello alla responsabilità di tutte le forze politiche in Parlamento. Insisto: tutte, perché le riforme necessarie ed essenziali dovremo farle insieme, con la più larga partecipazione possibile». Sui nomi nessuna anticipazione: «Il totoministri impazzerà con i nomi più improbabili... Vi dirò tutto se scioglierò la riserva, quando tornerò dal presidente».Dal presidente incaricato anche una nota di fair play con Matteo Renzi e Giuliano Amato, che fino a 24 ore prima sembravano avere possibilità, anche più di lui: «Sono altri due toscani come me che stimo e di cui mi ritengo amico». A loro va un grazie per le parole di incoraggiamento espresse e che gli sono arrivate, e anche una proposta di collaborazione.C’è «soddisfazione e serenità» nelle parole di Napolitano, dopo l’ennesima notte di riflessione per scegliere al meglio per il bene del Paese. Assicura di aver agito «in piena libertà», optando per un esponente politico che «pur appartenendo a una generazione giovane ha già accumulato grande esperienza e ha caratteristiche eccellenti per un compito così delicato». Da Napolitano, di fronte alla selva di taccuini e microfoni delle grandi occasioni, un appello anche ai media per chiedere di «favorire il massimo di distensione, piuttosto che il rinfocolare di vecchie tensioni». E ai partiti, ai quali ribadisce come sia «essenziale in questa fase, nella quale ci sono ancora ricadute polemiche di stagioni precedenti, che si affermi un clima di massimo rispetto reciproco». Almeno «tra le forze politiche impegnate a collaborare alle formazione del governo». Primo obiettivo le riforme, con il minimo irrinunciabile che Letta ricorda costituito dal superamento del bicameralismo, dalla riduzione dei parlamentari e dalla legge elettorale.Nelle consultazioni di oggi, il primo nodo da sciogliere è la possibile base parlamentare che potrebbe registrare il recupero della Lega, e chissà che anche questa valutazione non possa aver pesato nelle ultime ponderazioni del Quirinale visto che su Amato, invece, era arrivato un secco no dal Carroccio. Stabilito quindi il suo quartier generale alla Camera, Letta inizia subito, nel pomeriggio, a fare i conti con le difficoltà politiche, programmatiche e di organigramma che lo aspettano, con la logica dei veti incrociati che riaffiora attraverso gli ambasciatori dei partiti. Si diffonde la voce di un vertice con Bersani, D’Alema e Franceschini che il portavoce del segretario del Pd si incarica di smentire. «Siamo in terra incognita», dice Letta in serata incontrando i giornalisti. Conferma la sua road map, vedrà tutti partiti entro oggi, poi utilizzerà la giornata di venerdì per provare a fare sintesi su nomi e programma, con l’obiettivo di chiudere entro sabato, e recarsi al Colle domenica per sciogliere la riserva: «Passo passo si capiscono modalità e obiettivi, ma sono fiducioso», assicura. Niente consultazioni con le parti sociali. «Ho già avuto modo di partecipare a quelle fatte da Bersani», chiarisce. Angelo Picariello