sabato 15 gennaio 2022
Convalidato l’arresto del 19enne milanese. L’altro giovane fermato a Torino non ha risposto alle domande del gip. Le indagini vanno avanti, si cerca il presunto capo del “branco”
Aggressione di gruppo e abusi in piazza Duomo a Milano a Capodanno

Aggressione di gruppo e abusi in piazza Duomo a Milano a Capodanno - Ansa / Alanews

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Tre gli episodi accertati e dieci le vittime che finora hanno denunciato gli abusi sessuali. Ma in base alle testimonianze raccolte, gli inquirenti ritengono che nella notte di Capodanno a Milano, in piazza Duomo e dintorni, vi siano stati almeno altri due raid nei quali “bande” di circa cinquanta giovani, tra i 16 e i 25 anni di età, hanno molestato pesantemente e poi violentato almeno un’altra ragazza, una turista inglese, presa di mira anche lei dal branco durante i festeggiamenti intorno alla statua di Vittorio Emanuele II e in galleria. Tutte le giovani sarebbero state aggredite, rapinate, spintonate e poi abusate in gruppo, seguendo sempre lo stesso schema.

Intanto continuano le indagini. Diciotto le pequisizioni effettuate nei giorni scorsi, due i provvedimenti di custodia cautelare emessi dalla procura milanese. Gli investigatori cercano ora un uomo di circa 30 anni di carnagione chiara, robusto, alto circa un metro e 70, calvo, occhi azzurri, barba incolta, che indossava occhiali da vista dalla montatura color argento: sarebbe lui il capo della gang, sempre secondo le dichiarazioni rilasciate dalle vittime alla polizia.


Almeno cinque gli episodi identificati, e fra le giovani che hanno subito le aggressioni in piazza quella notte spunta anche una turista inglese

Intanto ieri è stato convalidato l’arresto in carcere di Mahmoud Ibrahim, il 18enne di origini marocchine fermato due giorni fa assieme a un 21enne torinese: i due sono accusati di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni. Nell’ordinanza, firmata dal gip Raffaella Mascarino, si parla di «spiccata pericolosità» del soggetto che avrebbe agito con modalità «da branco» per «soddisfare le proprie pulsioni in spregio a ogni forma di rispetto della persona». Il giovane, che abita con la famiglia in via Imbonati a Milano, ha dimostrato «una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito» le ragazze «con una carica di violenza così brutale – scrive il gip – che solo grazie all’intervento fortuito di alcuni soccorritori non è sfociato in conseguenze ulteriori e più gravi». Esiste anche «il pericolo che» il 18enne possa fuggire o «inquinare le fonti di prova, ostacolare il normale corso delle indagini e lo svolgimento dell’iter processuale».

Si è avvalso invece della facoltà di non rispondere l’altro fermato, Abdallah Bouguedra. «Abbiamo scelto il silenzio in questa fase perché c’è stato troppo poco tempo per valutare le contestazioni e la sua posizione: siamo di fronte a fatti compiuti da un gruppo di persone», spiegano i difensori Giorgio Papotti e Stefano Comellini, che precisano: «La famiglia di Abdallah è molto perbene e sconcertata da una situazione che le è caduta sulla testa come un meteorite».




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