La firma della Carta di Leuca del 2016
Alla prima edizione hanno partecipato oltre 150 giovani. Dal 10 al 14 agosto se ne attendono circa 250. Si confronteranno sul tema Mediterraneo, un porto di fraternità per scrivere la Carta di Leuca, nella speranza che diventi appello ai governanti per rendere questa parte del mondo un angolo di pace. Ragazzi e ragazze provengono dall'Europa e dai Paesi che si affacciano sul Mare nostrum. Discuteranno di: Fraternità è riconoscimento dei volti; Fraternità è condivisione della terra; Fraternità è percorso di opportunità; Cooperazione: la fraternità fatta storia.
L'appuntamento salentino vuole essere testimonianza del ruolo fondamentale dei corridoi umanitari, frutto del lavoro della Comunità Sant’Egidio, per consentire di raggiungere il nostro Paese a chi fugge dalle atrocità della guerra e della carestia. Con il partenariato della Conferenza Episcopale Italiana, di Pax Christi, di Focsiv, di Migrantes, di Caritas Italiana e di altre realtà associative, ogni anno nella notte tra il 13 e il 14 agosto si parte dalla tomba di don Tonino Bello per un pellegrinaggio verso la Basilica Santuario di Santa Maria di Leuca.
«Con questo evento - spiega monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento - Santa Maria di Leuca - vogliamo riscoprire l'identità della Chiesa del Sud. Siamo europei del Mediterraneo. Apparteniamo all'Europa e a quei valori in cui ci riconosciamo da sempre e che vogliamo mettere in campo. Proponiamo una cultura di incontro e di dialogo con tutti. Desideriamo dare speranza. Così come operava don Tonino Bello: ha seminato bene, viviamo della sua identità. Ad aprile del prossimo anno ricorre anche il 25° della sua morte».
Dopo una prima edizione di successo – promossa dalla Fondazione di Partecipazione “Parco Culturale Ecclesiale Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae” in comunione di intenti con la diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca - le iniziative della Fondazione si rinnovano e si rinforzano con il sostegno di partner importanti e autorevoli. «Nel solco della nostra storia – precisa don Gionatan De Marco, della Fondazione Parco “Parco Culturale Ecclesiale Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae - e seguendo le orme del nostro don Tonino Bello, lavoriamo assieme a istituzioni, fondazioni, Gal, Associazioni e Organizzazioni interessate a sviluppare percorsi di dialogo, confronto, conoscenza, cooperazione con tutti i popoli del Mediterraneo. Il nostro obiettivo è educare i giovani alla diplomazia del dialogo e concretizzare le iniziative con cammini di sviluppo».
In questo mare affascinante e tribolato, Santa Maria di Leuca sta nel mezzo, è crocevia che abbraccia Oriente e Occidente. Da secoli, fin dai loro inizi vi convivono le tre religioni abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam), plasmando la storia dell’intera area. Un ideale di coabitazione che non può essere privo di cittadinanza, e che deve essere mantenuto vivo. La Carta di Leuca intende farsi strumento di questo sogno. Portabandiera di pace. Portavoce di ogni possibile fraternità. A cominciare dalle quattro tende in cui i giovani discutono della biodiversità (a Specchia), della cultura e della comunicazione (a Ugento), del turismo sostenibile (a Tricase Porto) e all’artigianato locale (ad Andrano).
«Abbiamo le nostre radici a Santa Maria di Leuca - afferma Gianfranco Cattai, presidente di Focsiv (la Federazione degli organismi cristiani servizio internazionale volontariato) -. A Ugento, per esempio, ha sede Amahoro, che in rwandese significa pace. L’associazione si ispira ai principi dell’etica cristiana e della dottrina sociale della Chiesa e si impegna alla programmazione di interventi nei Paesi in via di sviluppo. È una testimonianza dell'impegno della comunità locale verso l'Africa».
A confrontarsi per redigere il documento non potenti o grandi della Terra, ma centinaia di giovani, chiamati a confrontarsi e a portare la propria testimonianza. «Questa iniziativa della Carta di Leuca ci appartiene - conclude Nicoletta Dentico, del Cda di Banca Etica -. Seguiremo i progetti proposti dai ragazzi e dalle ragazze che hanno partecipato alle discussioni e finanzieremo quello che ci sembra più fattibile. Il Mediterraneo non deve essere più un cimitero, ma un luogo di incontro e di dialogo, così come è stato nel passato. L'Italia ha un ruolo fondamentale nel facilitare lo sviluppo e la convivenza pacifica tra i popoli».
L’evento pugliese, che ha soltanto un’edizione alle spalle, è gemellato con la Marcia della Pace di Assisi ed è stato selezionato dall’Università Cattolica – Alta Scuola per l’Ambiente come buona prassi per l’attuazione dell’enciclica “Laudato si’”, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia.