Lo scorso gennaio Giorgio Gaber avrebbe compiuto settant’anni. Ed è anche col pensiero ad un compleanno molto speciale che ieri sera ha preso il via alla Cittadella del Carnevale di Viareggio la quinta edizione del Festival dedicato al Signor G. Una ricorrenza su cui la tragedia alla stazione di Viareggio aveva allungato il suo alone di inquietudine e che gl’interventi di Walter Veltroni e Fausto Bertinotti, le interpretazioni di Sergio Cammariere, Luca Carboni, Lucio Dalla, hanno provato ad allentare con la complicità di Enrico Bertolino, spalleggiato dal ' padrone di casa' Enzo Iacchetti. Stasera sarà la volta di Gianna Nannini, Ivano Fossati, Morgan ed altri ancora, nell’attesa che domani la città si ritrovi stretta attorno alle famiglie delle vittime con il memoriale organizzato dal Comune d’intesa proprio con la Fondazione Gaber. Un « abbraccio doveroso » a quelli che lottano e provano ad andare avanti, lo definisce Dalia Gaberscik, figlia di Giorgio e curatrice pure di questo evento organizzato per raccontare le vite e le storie traversate dagli eventi con le testimonianze dei sopravvissuti lette da versiliani di nascita o d’adozione come Mario Monicelli, Adriano Panatta, Gioele Dix, Ombretta Colli, Pierluigi Collina, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Marco Columbro ed altri fra cui Renato Zero. « È il rapporto con questa città e i suoi abitanti che in questo momento mi richiama ai miei obblighi di indigeno acquisito » spiega. « Un posto votato alla frivolezza come la capitale del carnevale sa infatti spiazzarti col calore umano incredibile. L’ho toccato con mano quando festeggia in città l’ultimo compleanno della mia amica Stefania Rotolo. Le regalai un giro in carrozza tra gente che la salutava dalle finestre e le lanciava fiori. È stato uno dei suoi ultimi momenti felici. È chiaro che in un momento così difficile, ad una città che ti ha dato tanto devi resti- tuire qualcosa. Nonostante la rabbia che ti sale dentro davanti a tragedie che si sarebbero potute evitare. Se chiunque ha avuto in qualche modo un ruolo in questa vicenda ammettesse di avere anche lui delle colpe, sarebbe un gesto di dignità verso chi non c’è più » . Un gesto forte Zero l’ha fatto anche per un’altra comunità colpita duramente come quella de L’Aquila, organizzando all’Olimpico il concertone Corale per il popolo d’Abruzzo assieme agli stati maggiori della canzone d’autore italiana. Un’impresa menomata però da un riscontro di pubblico inferiore al previsto. «Non è stato facile far convivere così tanti talenti. Le ragazze che a Milano hanno organizzato un evento analogo hanno avuto più successo di noi perché nessuna ha sentito umiliante spendersi fino in fondo per la causa. Da noi qualcuno forse sì. In passato mi sono sempre lamentato di non apparire nella geografia dei cantautori, ma dopo la serata dell’Olimpico penso che forse è meglio così. D’altronde mettere assieme esseri umani che non si frequentano è tutt’altro che facile perché quelli non sanno nemmeno con che occhio guardarsi. E poi io mi sento un po’ diverso da loro. Rimango infatti uno di quegli artisti irrisolti che se da un lato accusano il peso della precarietà dall’altro cercano sempre lo slancio di fare » . Poco gradita le accuse lanciate dalla Pausini a dalle pagine del settimanale con l’accusa di averle copiato l’idea del concertone pro terremotati. « Saluto Laura con molta tenerezza, ma vorrei ricordarle che su certe cose non si fanno gare. Non siamo nel pollaio di Sanremo».