I ragazzi di oggi si confrontano con il passato, con la tragedia della Shoah. È un dovere, morale e culturale, a cui anche le scuole devono rispondere. Come ha fatto il Centro di formazione professionale Galdus di Milano che ha proiettato per gli studenti un video con la testimonianza di un sopravvissuto ai campi di sterminio, Sami Modiano. Una testimonianza lasciata agli studenti perché facciano memoria e riflettano sul senso della dignità e della libertà dell’uomo. Ve la proponiamo in versione integrale.
Ha introdotto l’incontro e moderato il dibattito, portando l’esperienza della comunità ebraica di oggi, il professore Giacomo Sassun, esponente della Comunità Ebraica di Milano. Il video è stato prodotto dall'Associazione Figli della Shoah in collaborazione del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dove Sami Modiano ha dato la sua esperienza un anno fa, il 30 gennaio 2014.
Chi è
Samuele Modiano (“Sami") nasce e vive a Rodi, subendo le tragiche conseguenze della promulgazione delle leggi razziali, con l'espulsione dalla scuola a otto anni, fino all'invasione tedesca dopo l’8 settembre del 1943 e alla deportazione ad Auschwitz di tutti gli ebrei di Rodi nel 1944.
Di 2.500 persone si sono salvati solo 120 donne e 33 uomini, uno dei quali è Sami. Dopo la liberazione, non avendo più famigliari a Rodi, si trasferisce in Africa presso dei lontani parenti paterni, da dove però fugge all’inizio della guerra in Congo.
Per molti anni Modiano non ha raccontato la sua esperienza, ha iniziato a farlo in età avanzata, su invito del suo amico, compagno di prigionia, Pietro Terracina, con i ragazzi delle scuole, e solo nel 2013 ha raccolto i suoi ricordi nel libro "Per questo ho vissuto".