Solitudine, violenza, disperazione. La difficoltà di instaurare rapporti umani, coltivare affetti autentici. La Giuria della 72ª Mostra del cinema di Venezia presieduta da Alfonso Cuaron premia chi ha saputo ritrarre il volto più cupo di un’umanità ferita e offesa, raccontata dai film in gara, molti dei quali impegnati a confrontarsi con le realtà più complesse e dolorose. E decreta il trionfo dell’America latina, spesso assente dalle competizioni internazionali, che quest’anno conquistando il Leone d’Oro per il miglior film e quello d’argento per la regia. Il primo va a
Desde allá, opera prima del venezuelano Lorenzo Vigas, storia spesso sgradevole di un uomo (interpretato dalla star cilena Alfredo Castro) che tormentato dalla figura dell’anziano padre con il quale ha avuto un rapporto traumatico, non riesce a stabilire relazioni emotive con gli altri. Per questo adesca giovani con il denaro, ma solo per guardarli, incapace persino di avvicinarsi al resto dell’umanità. «È la prima volta nella storia che il Venezuela vince a Venezia – dice Vigas, applauditissimo da sua madre in sala – e spero che questo aiuti il film nel nostro fantastico e difficile Paese al quale dedico questo premio».Il premio per la regia va invece all’argentino Pablo Trapero per
El clan storia vera della famiglia Puccio che negli anni Ottanta viveva di rapimenti e omicidi, potendo ancora contare sul clima di violenza e impunità che seguì la fine della dittatura dei generali. «A Venezia ho presentato il mio primo film,
Mondo grua – ha dichiarato il regista – con cui ho vinto molti premi sedici anni fa e sono un grande fan del cinema italiano. Questo è un film fatto con tanto amore, lo stesso amore con cui ringrazio mia moglie, mio figlio Matteo e quello che stiamo aspettando».Al film di animazione in stop motion
Anomalisa, storia ambientata tutta in una notte di un uomo incapace di relazionarsi con gli altri (e gli “altri” hanno tutti la medesima voce) diretto dagli americani Charlie Kaufman e Duke Johnson va invece il Gran Premio della Giuria. Per il terzo anno consecutivo un’attrice italiana conquista il premio per la migliore interpretazione che questa volta va a Valeria Golino, protagonista di
Per amor vostro di Giuseppe Gaudino dove interpreta una donna in cerca di riscatto tra realtà e sogno, in una Napoli da girone infernale. Per la Golino è la seconda Coppa Volpi dopo quella vinta nel 1986 con
Storia d’amore di Francesco Maselli. «È la stessa gioia già provata quasi trent’anni fa. Oggi mi accorgo che dopo tutto questo tempo e le esperienze accumulate la consapevolezza è diversa, ma il premio mi regala la stessa ingenua e infantile gioia di un tempo. Sono molto contenta per me! Ma sono contenta anche per le persone che mi vogliono bene, so quanto questo premio conti per loro. E grazie ai miei amici non udenti che mi hanno aiutato in questa straordinaria avventura».Il francese Fabrice Luchini, giudice innamorato nel delizioso
L’hermine, il lungometraggio di Christian Vincent vincitore anche per la migliore sceneggiatura, è il miglior attore e ringrazia attraverso un divertentissimo video dal set dove sta girando il suo nuovo film, mentre il giovanissimo Abraham Attah ha conquistato il Premio Marcello Mastroianni come attore emergente per il durissimo
Beasts of no nations di Cary Joji Fukunaga dove interpretata un bambino africano trasformato in una macchina da guerra da un carismatico, violento guerrigliero.Il Premio Speciale della Giuria va invece al film turco
Frenzy di Emin Elper che in una Istanbul in presa alla violenza, sospesa tra passato, presente e futuro, racconta come il paranoico sistema politico trasformi gli uomini semplici in parti del suo meccanismo. La giuria presieduta da Saverio Costanzo ha invece assegnato il Leone del Futuro per la migliore opera prima al film
The childhood of a leader di Brady Corbet che ha ottenuto anche il premio per la regia ad Orizzonti, sezione vinta dal film
Free in deed di Jake Mahaffy su una comunità di pentecostali nel Sud degli Usa. Il pescatore Dominique Leborne è invece il miglior attore per
Tempête del francese Samuel Collardey, mentre il Premio Speciale va al brasiliano
Boi neon di Gabriel Mascaro.