mercoledì 30 agosto 2017
Premio MigrArti, i cortometraggi raccontano i nuovi italiani
COMMENTA E CONDIVIDI

MigrArti torna alla 74esima Mostra del cinema di Venezia con i 23 cortometraggi vincitori dell'omonimo bando ideato dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo per la promozione di progetti cinematografici per la valorizzazione delle culture delle popolazioni immigrate in Italia, nell'ottica dello sviluppo, del confronto e del dialogo interculturale, grazie allo stanziamento di risorse che quest'anno ha raggiunto 1 milione e mezzo di euro.

I 23 cortometraggi in concorso sono stati presentati oggi a Venezia dal ministro Dario Franceschini, alla presenza del presidente della Biennale Paolo Baratta, del direttore della Mostra del cinema Alberto Barbera, dell'ad di Rai Cinema Paolo del Brocco, del direttore generale Cinema del ministero Nicola Borrelli e del coordinatore del progetto Paolo Masini, nel corso di una conferenza stampa all'Italian Pavillion all'Hotel Excelsior.

"L'obiettivo di MigrArti è quello di far conoscere e dare voce alle culture e alle comunità di immigrati presenti nel nostro Paese - ha dichiarato Franceschini -la conoscenza è un valido strumento per alimentare il rispetto della diversità e costituisce un ottimo antidoto contro la paura e il sospetto. Ed è il motivo per il quale abbiamo raddoppiato le risorse di questo importante progetto anche per il 2018".

Il Premio MigrArti nasce dal concorso realizzato dal Mibact 'Un logo per Migrarti', rivolto ai licei artistici e agli istituti tecnici statali e paritari con indirizzo grafica e comunicazione. Il progetto vincitore è diventato il simbolo di tutta la campagna, nonchè del premio cinematografico alla Mostra del cinema di Venezia. Ideato da Viktoria Tribus, studentessa del Liceo artistico di Merano, il premio è stato realizzato dall'unico ebanista di Lampedusa, Francesco Tuccio, con il legno originale delle barche dei migranti spesso naufragate nell'isola italiana più a Sud del Mediterraneo.

"Sono due mani, due piedi e due occhi che, insieme, raffigurano una maschera di teatro - ha spiegato la studentessa che ha ideato il simbolo della campagna - Se si uniscono le mani, i piedi e gli occhi diventano appunto una sola cosa, una maschera, il simbolo del teatro. La cultura unisce ed è proprio questo che ho voluto raffigurare". "La scelta dei materiali è anche una protesta per dare voce ai più deboli, alle persone più bisognose - ha spiegato Francesco Tuccio -, perchè rappresentano una testimonianza tangibile di questi viaggi e restituiscono allo stesso tempo dignità, libertà e futuro a queste persone". "E' stato bello dare il colore del legno delle barche al logo in bianco e nero - ha proseguito l'ebanista -, è un messaggio su questo legno così sofferto che racconta sì il dramma, ma con i colori che danno anche una speranza per il futuro".

I corti, realizzati sia da associazioni sia da società di produzione cinematografica, raccontano storie di vita e di diverse culture che vivono il processo di integrazione nel tessuto sociale del nostro Paese, tracciando uno spaccato dei 'nuovi italiani'. Un modo per riconoscere e dialogare con le tante realtà che in Italia si occupano di quei popoli migranti. La giuria, presieduta dal regista Francesco Patierno, nominerà il vincitore di questa seconda edizione del Premio MigrArti venerdì 8 settembre alle ore 15.30 in Sala Taverna.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI