«Come due fragili zattere di carta e inchiostro deposte sull’Adriatico e in viaggio da cinquecento anni fino ai nostri giorni». Così Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del Tribunale rabbinico del centro-nord Italia, descrive l’eccezionale ritrovamento dei due preziosi volumi stampati in ebraico dalla famiglia Soncino e riguardanti i libri profetici. E c’è chi l’ha già ribattezzata la Bibbia del dialogo ebraico-cristiano. È infatti sulla strada della rinnovata amicizia tra rabbinato di Ancona-Marche e arcidiocesi di Pesaro, che i due antichi tomi sono riaffiorati dagli archivi della biblioteca Oliveriana di Pesaro. «Sono i libri di Samuele, dei Re e di altri profeti maggiori e minori – spiega don Giorgio Giorgetti, responsabile dell’apostolato biblico dell’arcidiocesi di Pesaro – vale a dire il cuore della rivelazione e il
trait d’union tra comunità ebraica e cristiana». L’eccellente stato di conservazione consente di cogliere ancora oggi tutta l’eleganza dei caratteri ebraici e i preziosi decori delle pagine. Ma a colpire sono anche le note manoscritte dove si legge che, nella giornata del 14 del mese ebraico di Nissàn dell’anno 1510, poche ore prima che iniziassero gli otto giorni di Pésach, in casa Soncino, a Pesaro «fortezza-città», si era finito di stampare il libro, regnando Papa Giulio II ed essendo Galeazzo Sforza il signore locale. E ci vorranno altri cinque anni per completare la pubblicazione dell’intero canone profetico della Bibbia, sempre presso la stamperia dei Soncino di Pesaro passata nel frattempo sotto il Ducato di Urbino. «La vicenda di questa Bibbia - spiega Bendaud – mostra come l’ebraismo non è certo estraneo alla cultura italiana ma anzi ne alimenta le radici insieme al cristianesimo ». Siamo all’alba del Rinascimento che si diffonderà rapidamente in tutta Europa proprio grazie all’invenzione della stampa. Nel 1492, dopo la cacciata dalla penisola iberica, saranno gli ebrei spagnoli rifugiati a Pesaro a contribuire notevolmente al rilancio del suo commercio e del porto. Un periodo d’oro anche nei rapporti giudaico- cristiani testimoniato a Pesaro dalla splendida tela del Pandolfi, conservata nella chiesa del Nome di Dio e raffigurante
Il trionfo di Giuseppe l’ebreo. È in tale contesto che la famiglia ebrea ashkenazita Soncino, originaria della città tedesca di Spira, giunge a Pesaro prima di lasciare l’Europa. A loro si deve la stampa della prima Bibbia completa di segni vocalici in ebraico (1488). Ma per capire l’importanza di questa famiglia di stampatori ebrei, basta ricordare il noto detto impresso in una loro marca tipografica: «Da Sion uscirà la legge e la parola del Signore da Soncino». Due volumi preziosi e raffinati, dunque, nati a Pesaro e qui custoditi dalla biblioteca Oliveriana». Da domani, Giornata europea della cultura ebraica, la Bibbia rimarrà definitivamente fruibile al pubblico in una teca allestita nella biblioteca Oliveriana.