Si vede bene solo con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi» dice il Piccolo Principe, protagonista dell’omonimo capolavoro di Antoine de Saint-Exupery che, dal 1943 ad oggi, ha venduto oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in 220 lingue e dialetti. Il 6 gennaio (alle 15.05 su Raitre), tuttavia, i bambini (e non solo) potranno vedere per la prima volta "con gli occhi" il Piccolo Principe in versione animata. Dopo tanti anni, infatti, gli eredi dell’autore francese scomparso con il suo aereo il 31 luglio 1944, hanno finalmente concesso l’autorizzazione alla trasposizione animata del romanzo. La sua realizzazione, per lo più in 3D, è frutto di una coproduzione che ha messo insieme Francia, Germania, Svizzera, India e Italia (Rai Fiction), con la distribuzione internazionale di Sony Pictures. Cinquantadue gli episodi previsti, i primi due dei quali costituiscono lo speciale
Il Pianeta del Tempo trasmesso il giorno dell’Epifania. I restanti episodi saranno pronti per la fine del 2011, ma la loro collocazione (su Raitre o su una delle reti dedicate ai bambini sul digitale terrestre) è ancora da definire. Tre anni di lavorazione, 720 scenografie, 18.200 pagine di storyboard: questi alcuni numeri del cartone animato, la cui versione italiana avrà, fra le sue voci, quella di Pino Insegno, a cui è stato affidato il personaggio del Serpente. Realizzata dallo studio francese Method Animation insieme alla Succession Saint-Exupery-d’Agay,
Il Piccolo Principe animato non racconta solo la storia del libro, ma ne trae spunto per un racconto di più ampio respiro, pur nel rispetto della filosofia e dei valori originari: l’amore, l’amicizia, la purezza dell’infanzia e il rispetto della natura. Voce narrante della storia non sarà più l’aviatore, ma il Piccolo Principe in prima persona attraverso le lettere che scrive alla sua Rosa. «È la prima volta che gli eredi autorizzano la trasposizione in cartoni animati del Piccolo Principe – spiega Luca Milano, di Rai Fiction –. Negli anni avevano ricevuto molte proposte in questo senso, anche dagli Stati Uniti, ma hanno deciso solo ora, e con una coproduzione europea, di acconsentire». Per Milano «è difficile toccare un capolavoro, soprattutto nel caso del
Piccolo Principe che non è un normale romanzo di avventura». Philippe Soutter, uno dei produttori francesi, conferma: «Nel libro, il Piccolo Principe dice che il mondo è costituito da tanti pianeti. Da qui è partita l’idea di creare tanti pianeti da fargli esplorare, ventiquattro al posto dei sette che conosciamo dal romanzo». Dal già citato Pianeta del Tempo a quello dell’Astronomia, dal pianeta dei Libri a quello del Gran Buffone, quest’ultimo episodio scritto da Vincenzo Cerami insieme al figlio Matteo e Thierry Gaudin. Soutter riferisce anche che «la famiglia ha collaborato da vicino al progetto, che è stata una vera e propria sfida, approvando ogni sceneggiatura e dando suggerimenti agli autori. Per arrivare alla figura del protagonista ne abbiamo disegnati più di cento». Entusiasta del progetto il direttore di Raitre, Paolo Ruffini: «Raitre ha sempre inteso la programmazione per bambini non come una televisione che rimbambisce ma che pensa ai bambini con qualcosa in più».