Dopo lo scontro per l’aumento dell’Iva e il sorpasso nei ricavi, anche la causa per concorrenza sleale: è di nuovo Sky contro Mediaset, ovvero Rupert Murdoch contro Silvio Berlusconi. Una guerra di carte bollate al tribunale civile di Milano, dove ieri News Corporation (il colosso dei media che controlla l’emittente satellitare del magnate australiano) ha presentato un ricorso d’urgenza contro Rti e Publitalia, società del gruppo Mediaset. Sky motiva l’azione legale con il rifiuto alle sue richieste di comprare spazi pubblicitari nei palinsesti di Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Insomma, il Biscione non farebbe pubblicità al suo principale rivale privato violando le normative europee in materia di antitrust e di leale concorrenza (in particolare l’articolo 82 del Trattato europeo, che vieta «lo sfruttamento abusivo» di «una posizione dominante sul mercato comune o su una parte sostanziale di esso»), nonché quelle italiane sulle comunicazioni. Ma Mediaset smentisce seccamente e definisce «sconcertante l’annuncio di Sky», se non altro perché l’accusa di infrangere le regole antitrust proviene da «un operatore che nel mercato della pay-tv satellitare è monopolista assoluto». Nel merito «le accuse del concorrente» sono «infondate», si legge in una nota del gruppo di Cologno Monzese, visto che «nel solo anno 2009 Mediaset ha già ospitato 3.107 passaggi di spot Sky sulle proprie reti», mentre «Sky ha sempre rifiutato di trasmettere sui propri canali qualsiasi spot di Mediaset». Certo è che questo è soltanto l’ultimo capitolo di una lotta sempre più serrata per conquistare la fetta maggiore del mercato della televisione a pagamento: Mediaset Premium, numero uno del digitale terrestre, ha come obiettivo per il 2010 la soglia di 3 milioni di abbonati; Sky, gigante del digitale satellitare, è pronta a difendere fino all’ultima antenna parabolica i suoi circa 4 milioni e 700mila spettatori paganti. Le ultime voci danno la prima in forte avanzata a scapito della seconda. In termini di ricavi, tuttavia, l’Autorità garante per le Comunicazioni (Agcom) ha certificato nel luglio scorso il sorpasso di Sky Italia: 2.640 milioni di euro contro i 2.531 di Rti (Reti televisive italiane, società posseduta al 100% da Mediaset). Al primo posto resta la Rai, seppure in calo, con 2.723 milioni. In precedenza, alla fine del 2008, tra Sky e Mediaset erano sorti dissapori a causa del "pacchetto anticrisi" varato dal governo Berlusconi, che (in base a un direttiva europea) ha innalzato dal 10 al 20% l’Iva sulla pay-tv.