Sempre più persone accedono alla rete e alle numerose risorse messe a loro disposizione. Il numero degli «heavy user», secondo l’Osservatorio Permanente dei Contenuti digitali, è passato dal 23% del 2007 al 34% nel 2009. «Ma forse non tutti sanno che scaricare file illegalmente vuol dire anche spalancare la porta a virus informatici e alla violazione della propria privacy. Con danni economici che potrebbero arrivare a sfiorare i 500 milioni di euro all’anno». È quanto emerge dai risultati dell’indagine, condotta da Euromedia Research in collaborazione con il professor G. Matteo Brega – docente all’Università Iulm e titolare della cattedra Unesco dell’Osservatorio dell’Immaginario – che disegna una situazione di pericolosa incoscienza.L’indagine ha unito tre rilevazioni: una quantitativa, sulla popolazione italiana tra i 15 e i 50 anni, e due qualitative, la prima con focus group sullo stesso target e la seconda con interviste agli operatori informatici, chiamati a risolvere i danni ai software dei pc. L’incrocio delle informazioni ricavate dalle tre rilevazioni Euromedia/Iulm permette di leggere in profondità il fenomeno. Il 79,8% del totale è convinto di essere abile ed esperto nell’uso del pc, in realtà l’incompetenza degli utenti è la prima causa di guasti al computer segnalata dai centri di assistenza. A scaricare file audiovisivi dalla rete è il 38,2% degli intervistati, mentre un 7,5% dichiara di farlo fare a terzi: sale così al 45,7% la percentuale di popolazione giovane e adulta che entra in contatto con materiale audio e video preso in rete. Fra quanti scaricano personalmente, il 73% dichiara di preoccuparsi dei rischi ma comunque lo fa, mentre il restante 27% non se ne preoccupa affatto, confidando soprattutto nei propri antivirus. Fra questi, solo il 13% è in grado di cavarsela da solo davanti a un problema.Dal canto loro gli operatori informatici indicano nel downloading illegale la seconda causa di guasti al software: fra i più frequenti in ordine di ricorrenza, blocco del sistema operativo, malfuzionamento dei programmi, impossibilità di aprire file e di connettersi a internet. La spesa annuale media in Italia per riparare i danni su computer causati da virus è stimata in 405.816.000 euro. Senza contare i danni morali e non solo, come l’accesso alla propria identità (password e carta di credito) e alla privacy: fotografie, documenti, segreti.Scaricare, quindi, non è affatto gratis, anche se i rischi sono così ampiamente sottovalutati. Davide Rossi, presidente Univideo (Unione italiana editoria audiovisiva), aggiunge: «È grave che nessuno prima di noi si sia sentito in dovere di segnalare questi rischi al popolo della rete. Certo, noi abbiamo finanziato questa ricerca perché la pirateria audiovisiva ci danneggia enormemente, ma mi sento di puntare il dito contro le telecom e i fornitori di accesso ad internet che non si preoccupano di avvisare e tutelare i loro stessi clienti».