Fabio Fazio ha promesso «un Festival all’insegna della leggerezza e dell’allegria», almeno nella conduzione. E di allegria ce ne vorrà parecchia, perché le canzoni del prossimo Sanremo, in onda su Raiuno dal 12 al 16 febbraio, lasciano davvero poco spazio alla spensieratezza. A dominare sono la crisi economica e politica, quella dei sentimenti, con la comparsa del tema della morte, e confusi riferimenti a Dio. Ben 28 sono i brani in gara, dato che ognuno dei 14 Big si esibirà con due canzoni, una delle quali verrà eliminata durante le prime due serate.
Gli impegnati«Fatece largo che passa il corteo» canta in romanesco Daniele Silvestri, che inneggia allo sciopero in A bocca chiusa, ballata in fondo sfiduciata di protesta sui temi del lavoro e della scuola. Il cantautore, per reazione, si scatena poi in uno ska sulle pene d’amore ne Il bisogno di te. Dalla Campania gli Almamegretta colpiscono con un robusto reggae e la voce di Raiz in Mamma non lo sa, che canta «un paese che ha alzato bandiera bianca», dove le illusioni del progresso hanno sradicato la vera umanità. In Onda che vai, invece, veleggiano suadenti sui mari descritti da Federico Zampaglione. A tutto rock la band Marta sui tubi denuncia solitudine e inganni in Quando non parlo e desiderio di purezza e di perdono in Vorrei.
Nostalgia anni '50La classe non è acqua e fra i due brani scritti e interpretati dal talento jazz voce-pianoforte di Raphael Gualazzi, musicalmente parlando, c’è l’imbarazzo della scelta. Piacerà al pubblico la romantica Sai (Ci basta un sogno), amore un po’ Bohème fra un pittore e la sua modella. Si colora di rock il jazz di Senza ritegno, che vorrebbe essere una denuncia della mancanza di etica di una società effimera, ma finisce invece per contorcersi in un testo confuso. Grande swing per Simona Molinari accompagnata elegantemente dal crooner americano Peter Cincotti: delizioso il brano inedito di Lelio Luttazzi Dottor Jeckyll & Mr. Hyde vien da ballare col charleston La felicità.Figli dei talent
Al primo ascolto non brillano per originalità le figlie dei talent: Annalisa in arrivo da Amici con Scintille e Non so ballare, e Chiara (vincitrice dell’ultimo X Factor) con L’esperienza dell’amore firmata Zampaglione e Il futuro che sarà. Marco Mengoni già X Factor, al suo secondo Sanremo butta lì L’essenziale e punta tutto su un bel rock melodico firmato Gianna Nannini Bellissimo.
Le grandi interpretiAmori irrisolti e interlocutori già dal titolo, Niente e E se poi, firmati da Giuliano Sangiorgi per Malika Ayane: che tra una elegante melodia e un tango aspetta di dare il meglio di sé accompagnata dall’orchestra dell’Ariston. La napoletana Maria Nazionale sfodera la voce più calda del Festival, in due brani d’autore dal sapore mediterraneo: Quando non parlo di Enzo Gragnaniello e È colpa mia di Peppe Servillo.
Inferno, paradiso e affiniGiocano su una facile provocazione Elio e le Storie Tese in Dannati forever, dove, in una strampalata filastrocca senza capo né coda sul senso del peccato, finiscono per mandare tutti all’inferno. Scontati. Più raffinata, ma criptica e autoreferenziale, l’operazione de La canzone mononota sul tema della creatività musicale. Max Gazzé si inerpica nel brano Sotto casa su un tema alto. Un uomo bussa a una porta per parlare di Dio a uno sconosciuto che però non gli apre. Sembra una parodia dei testimoni di Geova, ma l’artista lo definisce «un invito al dialogo fra persone, culture e religioni diverse». Sarà. Per contro, si lamenta con la sua donna che lavora ne I tuoi maledettissimi impegni. Simone Cristicchi, oltre alla romantica Mi manchi, in La prima volta (che sono morto) riporta il tema della morte al Festival. Cristicchi, nei panni del caro estinto, racconta trapasso, funerali e aldilà. E anche se dice di non credere né alla Resurrezione, né all’Inferno, né al Paradiso, però, sullo sfondo del rimpianto, lascia aperta la porta ad un «chissà». Anche Francesco Silvestre dei Modà canta Se si potesse non morire e «se si potesse regalare un po’ di fede a chi non crede più nel bene». E anche nella romantica Come l’acqua dentro il mare decanta il trionfo del bene sul male. Due inni alla vita nazionalpopolari, ma, almeno, chiari.