Per un anno e mezzo la tv italiana è rimasta senza controlli. Nessuno ha vigilato su programmi volgari o aggressivi che potevano essere un pericolo per i ragazzi. Perché dal luglio 2016 il Comitato Media e minori, chiamato a contrastare la “cattiva televisione” che non rispetta i più piccoli, è scaduto. Mandato terminato e attività congelata. Adesso, dopo diciassette mesi, l’organismo di controllo è stato ricostituito. Il decreto che nomina i quindici componenti è stato firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. E a scorrere i nomi emerge – almeno sulla carta – che il nuovo Comitato sarà formato in gran parte da esperti, con interessanti curriculum.
A cominciare dalla nuova presidente indicata dal dicastero: è la sociologa Donatella Pacelli, docente alla Lumsa di Roma che si è occupata di trasformazioni sociali e processi culturali. È uno dei cinque rappresentanti delle istituzioni. Gli altri quattro sono il massmediologo dell’università Bicocca di Milano, Paolo Maria Ferri; la responsabile di MediaLab a La Sapienza di Roma, Mihaela Gavrila; l’avvocato Pd con un passato nel campo della comunicazione istituzionale, Iside Castagnola; e il presidente del Corecom Sardegna, Mario Cabasino.
Cinque i rappresentanti delle emittenti: il direttore dei palinsesti Rai, Marcello Ciannamea; la responsabile della Direzione documentazione e analisi istituzionale di Mediaset, Maria Eleanora Lucchin; la responsabile affari legali di La7, Carlotta Ca’ Zorzi; il direttore generale di Confindustria Radio Tv, Rosario Alfredo Donato; e il direttore dell’associazione Corallo, Alessia Caricato.
Saranno i “portavoce” di utenti e telespettatori Remigio Del Grosso ed Emilia Visco (Consiglio nazionale degli utenti), Massimiliano Padula (presidente del Copercom), Vincenzo Brogi (Genitori Democratici) e Gianni Biondi (già direttore dell’unità di psicologia pediatrica all’ospedale Bambin Gesù di Roma). Si chiude così una stagione con troppe ombre dell’organismo che ha il compito di far rispettare il Codice di autoregolamentazione su tv e minori firmato dalle reti nel 2002 (ma non da Sky). In tre anni erano state appena venticinque le violazioni accertate sui 401 casi esaminati.