E pace sia, sia, sia». Una musica allegra da battere le mani con un ritornello tormentone che ti si incolla all’orecchio si spande tra le pareti insonorizzate dello studio di registrazione. «Ecco, qui dobbiamo aggiungere il coro gospel, sento un’energia che mi ricorda quando ho scritto
Amico è». Dario Baldan Bembo regola i tasti del mixer con l’occhio al computer sul nuovo brano
Pace Francesco, con un simpatico gattone che scivola tra i piedi, mentre prepara la base per la registrazione dei suoi nuovi brani dedicati alla storia del papa. Accanto al monitor, di fronte al disco di platino per
Soleado, stanno appesi un rosario speditogli da un’organizzazione benefica, un’immagine di Padre Pio e alcuni santini con la Madonna «che mi mandano a Natale e che metto qui. Non sono un fanatico, né un devoto particolare, a volte scherzo col prete del mio paese d’origine, Maggiora (No) con cui ho un rapporto bellissimo: "Se fai una bella predica, forse oggi posso venire a Messa"» dice ridendo Dario, ma poi si fa serio: «Questo è un momento della mia vita in cui è venuto il momento di comporre qualcosa di diverso». Siamo in una casa signorile fine Ottocento, dove l’autore milanese è nato, nella stanza dove ha composto tutti i suoi grandi successi: da
Minuetto di Mia Martini (con testo di Buno Lauzi), a
Amico e
Spiagge per Renato Zero, sino a quell’
Amico è, con testo di Mike Bongiorno, che ha venduto milioni di copie e che ancora oggi si canta in coro negli stadi. «Ma la gente mica ha ancora capito chi sono – spiega sorridendo rassegnato –. Solo alla fine dei miei recital mi dicono: “ma lei ha scritto tutte quelle canzoni lì?”».E, mentre ha in progetto una raccolta dei suoi 13 brani scritti per Mia Martini, Baldan Bembo ora si lancia pure nelle musiche per un nuovo lavoro teatrale dedicato alla vita di papa Bergoglio dal titolo
Il primo a chiamarsi Francesco che debutterà al Pala Parco di Bordighera il 2 maggio (e poi in tournée, per informazioni
info@melod1s.it), per cui ha composto 18 movimenti e 4 brani. Fra cui quel
Papa e papà, scritto con l’amico attore Franco Romeo, con cui ha vinto quest’estate il concorso lanciato da Radio Rete Cattolica,
Un brano per papa Francesco con ben 60mila contatti sul web. «L’idea del brano per il concorso era stata mia, io sono credente convinto, così ho coinvolto il mio amico Dario» spiega Romeo, che nasce come cabarettista Mediaset e che sarà la voce narrante dello spettacolo, mentre si aggira per lo studio di registrazione per le prove con l’altra attrice protagonista, la cantante Elisabetta Viviani. È lui il motore dell’operazione, che ha coinvolto una serie di amici autori, tutti colpiti dalla forza e dalla tenerezza del Santo Padre cui hanno spedito il brano, che si sono anche recati lo scorso novembre all’Udienza per la Famiglia Paolina. «Quel brano dapprima non lo volevo scrivere – aggiunge Baldan Bembo – poi un giorno mi è uscito di getto, come avessi avuto un’illuminazione dall’alto. È nato dalla mia venerazione per questo Papa, che per tutti noi è davvero come un papà». Il recital è stato ideato e scritto da due colonne storiche di Mediaset, Adriano Bonfanti, autore di
Drive In, La sai l’ultima, Paperissima, e l’ex capostruttura Gigi Reggi oggi ottantenne. Ma cosa spinge un gruppo di professionisti della tv commerciale ad avventurarsi in un’operazione teatrale autoprodotta, completamente diversa da quello che hanno fatto finora? «L’entusiasmo» aggiungono in coro, mentre si danno appuntamento il 6 marzo per girare un video sul palco del teatro della parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Cilavegna (Pavia), ospiti di don Mario. Lo spettacolo è molto semplice, introdotto da un omaggio a papa Bergoglio del giovane talento del pianoforte Veronica Rudian, che gli dedicherà alcuni brani, da
Don’t cry for me Argentina a
L’inno alla gioia di Beethoven oltre a una sua composizione originale. Anche Baldan Bembo sarà sul palco per cantare direttamente i suoi brani, mentre i due attori racconteranno «il Papa con la valigia» mettendo al centro della scena la vera valigia di un deportato a Dachau. «Uno spettacolo che mi piacerebbe portare nelle scuole – aggiunge la Viviani – Io sono cattolica praticante, e credo che anche con l’arte occorra proporre i valori del bene, con semplicità come dice Francesco». Così si racconteranno le origini italiane di Bergoglio, l’emigrazione dei suoi antenati in Argentina, il Papa dei "primati” (il primo a chiamarsi Francesco, appunto), il Papa 2.0 di twitter e dei selfie, il Conclave e l’elezione al pontificato. Quadri inframezzati dai brani cantati dall’autore: da
Papa e papà che apre, alla
Madonna dei fiori, basata su una preghiera del Trecento trovata al Santuario di Bra, «la prima preghiera che ho messo in musica in vita mia» spiega Baldan Bembo, «un brano che sento molto e che dedico a mia madre scomparsa 12 anni fa. So per certo che lei mi aiuta, a volte Dio sembra troppo lontano, ma so che lei fa da tramite». Poi c’è l’inno alla
Semplicità (testo di Romeo) mentre il gran finale è per il gospel
Pace Francesco (testo di Bonfanti), che, aggiunge Baldan Bembo, «mi piacerebbe diventasse la nuova
Amico è, un brano pieno di sentimenti positivo. Come quella volta nel 1983, quando registrai il brano portando in piazza i 400 abitanti di Maggiora che cantarono tutti in coro. Ecco perché è diventato un inno all’amicizia autentico».