mercoledì 21 gennaio 2015
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Per Antonietta Porro, professore ordinario di Grammatica greca e Filologia classica alla facoltà di Lettera dell’Università Cattolica di Milano, «i papiri di Ercolano hanno molto da dire, se si fanno parlare». Perché sono importanti? «Fanno parte dell’unica biblioteca dell’antichità giunta a noi, conservata con tutto il suo contenuto grazie all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. I papiri delle biblioteche trovate in Egitto sono più recenti rispetto a quelli ercolanesi o sono frammenti, mentre ad Ercolano abbiamo papiri antichi integri benché fragili. Nella villa del nobile Pisone, a Ercolano, ha operato uno dei più grandi filosofi epicurei, Filodemo, è dunque una cosiddetta biblioteca d’autore poiché Filodemo vi conservò opere sue, dei suoi maestri e di altri autori. Accedere a questi testi significa ricostruire la biblioteca di un filosofo del tempo, recuperare testi non altrimenti noti e anche i rapporti con la cultura latina. Si cercano testi di autori che ci si aspetta di trovare in una biblioteca di un filosofo epicureo». Cosa ci si può aspettare di trovare? «Immaginiamo, e desideriamo, che si possano rinvenire altri testi di filosofi antichi, da Epicuro a Crisippo a Filodemo appunto, e si spera appunto di scoprire testi latini. Qualcosa di autori latini è stato trovato, ma è di difficile attribuzione.  Certo è solo un carme latino, De bello actiato, che forse è di Dario. Altri testi di sicura attribuzione non ci sono, ma certo Filodemo fu in relazione con molti autori del tempo». La decifrazione dei papiri è quanto mai complessa per la loro struttura… «Srotolarli significa perderli per sempre. In alcuni casi ci sono d’aiuto i disegni e gli affreschi ritrovati sui muri a Ercolano che si richiamano ad alcuni testi conservati e trovati nella biblioteca della villa e forse sono andati perduti durante la fuga dall’eruzione anche se si spera e si crede che molto sia ancora sotterrato e da scoprire. Certo è che non srotolare un papiro significa avere una testimonianza materiale oltre che culturale». Che cosa possono insegnare all’uomo moderno? «Come tutte le scoperte archeologiche ci mettono davanti una pagina importante di civiltà, di storia. Nel caso dei papiri di Ercolano ci mostrano la struttura di una biblioteca in un ambiente nobile presso cui venivano ospitati filosofi, letterati, storici. Sono la nostra fonte suprema per la conoscenza delle dottrine epicuree: filosofia importante, la cui riflessione non attiene solo alla musica, alle arti in generale, ma a temi etici di grande rilievo anche per l’uomo moderno».
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