Venezia 66 si è rivelata migliore della Mostra dello scorso anno. Abile il cartellone che faceva posto a ogni genere, a ogni tendenza che potesse contare su un pubblico di amatori. Abbastanza azzeccata per certi aspetti anche la giuria che era composta soltanto da cineasti. I registi di solito vedono e rivedono certi film che amano, altri ne ignorano. Non sono onnivori come i critici, i grandi assenti dai giudizi finali. Dispongono di proprie poetiche e, mentre hanno occhio per gli attori, si lasciano trascinare nel giudizio su un film da altri aspetti, magari dall’impegno socio-politico anche se poi, davanti a una commedia riuscita come la tedesca
Soul Kitchen, sanno anche ridere e non si vergognano di confessarlo in pubblico. Ben date le Coppe Volpi. Una all’attore britannico Colin Firth di
A Single Man dell’ex stilista Tom Ford. Firth è l’efficace professore che, perduto il compagno che viveva con lui (la famiglia lo esclude dalla cerimonia religiosa per l’addio al defunto) vive i suoi giorni in depressione pensando al suicidio. L’altra Coppa ha premiato, un po’ a sorpresa (tutti sostenevano la bravissima Margherita Buy), la duttile Ksenia Rappoport che è la protagonista di
La doppia ora, film più furbastro che riuscito dell’esordiente Giuseppe Capotondi. Per quanto riguarda i premi principali: Leone d’oro all’ onesto pacifismo di
Lebanon, rigorosa ricostruzione dell’esperienza di soldati israeliani all’interno di un carro armato entrato in Libano nel 1982, diretta con rigore da Samuel Maoz e interpretato da una squadra di attori convincenti (impressionanti le scene di uccisioni iniziali). Un omaggio al coraggio della donna iraniana può considerarsi il lindo
Donne senza uomini dell’ottima videoartista Shirin Neshat. Una graditissima sorpresa è il premio speciale a
Soul Kitchen, storia piacevole di una trattoria berlinese gestita da due fratelli, ricca di invenzioni umoristiche. Molto valido il lavoro della sceneggiatura dell’intrigante
Life During Wartime diretto da Todd Solondz. Per concludere si dovrà riconoscere: una intelligente premiazione.