martedì 28 gennaio 2014
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Dopo la copertina del “Time”, che ha scelto papa Francesco come “persona dell’anno 2013”, un’altra popolare rivista statunitense, “Rolling Stone”, dedica l’intera prima pagina a Bergoglio. Il magazine, nato a San Francisco nel 1967, titola “Papa Francesco: i tempi stanno cambiando” – la cui seconda parte è tratta da una canzone di Bob Dylan del 1964 – e pubblica una lunga analisi del giornalista Mark Binelli che porta il lettore “dentro la rivoluzione gentile del Papa” (qui il testo: http://www.rollingstone.com/culture/news/pope-francis-the-times-they-are-a-changin-20140128). L’articolo di Binelli di fatto è un ricco reportage dal Vaticano per i lettori statunitensi di “Rolling Stone” e risponde alla loro curiosità su cosa stia succedendo dietro le mura leonine dopo l’arrivo di Bergoglio, la cui eco mediatica ha largamente raggiunto i più reconditi angoli del pianeta. Purtroppo l’autore cede da subito alla tentazione di creare forti contrasti, prima di tutto con il predecessore, Benedetto XVI, e poi con l’intera Curia romana, descritta come misteriosa e “oscura”. Binelli sostiene la testi secondo cui Francesco è stata una scelta di compromesso tra le anime del Conclave, ma con le sue scelte e i suoi gesti ha largamente smentito questo presupposto. Per gettare un po’ di tinte scure sul Vaticano, il giornalista americano cita i maggiori misfatti dei Papi nei secoli e poi si sofferma sugli scandali che hanno scosso il Pontificato di Ratzinger. L’analisi prosegue poi aprendo una finestra su alcun personaggi della vita politica americana e sulle loro posizioni sui temi più sensibili come matrimonio e aborto. In particolare, poi, Binelli dipinge lo scontro tra “conservatori” e no nell’attribuire le corrette letture alle parole di Bergoglio, come quelle pronunciate sull’aereo di ritorno da Rio sul tema degli omosessuali. Ampio spazio, poi, è dato al percorso esistenziale e ministeriale di Bergoglio in Argentina: dalle sue radici italiane fino alla vocazione, l’ordinazione e l’ingresso tra i Gesuiti. Binelli poi ricorda il periodo della dittatura e cita la polemica scoppiata dopo l’elezione a Pontefice sul ruolo avuto da Bergoglio in quegli anni. Il giornalista poi passa in rassegna il periodo da superiore e il suo stile da vescovo, oltre che il posto da guida avuto come presidente dei vescovi argentini nella vita pubblica del Paese.  Infine Binelli racconta ai lettori americani le scelte compiute da papa Francesco in questi undici mesi di pontificato e riporta anche le diverse letture che sono state date ai suoi gesti e alle sue parole. Nel raccontare soprattutto le scelte riguardo alla vita della Curia romana, però, il giornalista cede alla tentazione di leggere tutto alla luce dello scontro tra correnti tradizionaliste e spinte rinnovatrici, pur ricordando che dal punto di vista della dottrina di fatto Bergoglio non ha introdotto novità. L’autore dell’articolo, poi, citando le parole del gesuita padre Reese, nota che l’immensa popolarità di Francesco ha effetti sulla vita di tutti i vescovi e sacerdoti – indipendentemente se essi siano d’accordo o meno con il Papa – perché essi si trovano spesso a ricevere i complimenti dei fedeli o anche di semplici sconosciuti. Un’analisi documentata, anche non priva di luoghi comuni specie sui “misteri” del Vaticano e sul potere del Pontefice, che si conclude, però, in modo ambiguo, descrivendo l’immagine di un Papa che “non ha amici” anche se la folla lo considera il suo “nuovo amico”, e che non esprime posizioni personali se non quelle della Chiesa. Buono, insomma, l’intento di far comprendere la complessità del “fenomeno Francesco”, ma volutamente maliziosa la chiave di lettura offerta.
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