L'annuncio dei vincitori del premio Nobel per la Chimica 2021 - Reuters
Nel campo della ricerca può succedere che due scienziati, dopo aver lavorato separatamente, giungano alla stessa scoperta, come è accaduto a Benjamin List, direttore del Max Plank Institute di Mülheim an der Ruhr, e a David McMillan, docente dell’Università di Princeton, che si sono trovati a condividere il prestigioso Nobel per la chimica assegnato ieri dalla Reale Accademia di Stoccolma per avere inventato un nuovo e originale strumento per la costruzione di molecole, che ha guadagnato loro l’epiteto di "ingegneri delle cellule". Questo strumento è chiamato "organocatalisi asimmetrica", un procedimento, come ha commentato il presidente del Comitato Nobel per la chimica Johan Aqvist, tanto semplice quanto geniale al punto che molti si sono chiesti come mai nessuno ci avesse mai pensato prima. Ma in fondo anche questo è il bello della ricerca!
Wittung-Stafshede, membro del comitato per il Nobel, ha definito l’"organocatalisi asimmetrica" una sorta di "cassetta degli attrezzi" allestita dai due chimici che sta già apportando non pochi benefici all’umanità per il suo impiego soprattutto nella produzione di farmaci e di prodotti chimici raffinati.
Per entrare nel merito del premio bisogna ricordare che le reazioni chimiche stanno alla base della realizzazione di moltissimi prodotti che fanno parte della nostra quotidianità e fra i tanti citiamo, come esempi, i farmaci, i cosmetici, i materiali plastici, i coloranti e gli additivi alimentari. Questi processi, però, molto spesso possono avvenire solo in presenza di un "catalizzatore", una specie chimica che non entra a far parte del prodotto finale e che grazie alla quale un procedimento che normalmente avverrebbe molto lentamente si conclude invece in tempi relativamente brevi.
Prima delle ricerche premiate con il Nobel erano note solamente due specie di "catalizzatori", i metalli e gli enzimi, che rendono possibili le reazioni chimiche all’interno delle nostre cellule, ma non sono di semplice impiego in un contesto industriale.
Iniziando a occuparsi di "organocatalisi asimmetrica" negli anni Novanta, Benjamin List scoprì invece le potenzialità della "prolina", una molecola organica isolata per la prima volta nel 1900 da Richard Willstatter. La molecola entra nella composizione delle proteine e funziona benissimo come catalizzatore che però si distingue da quelli tradizionali per una ben precisa properietà.
A volte, infatti, le reazioni chimiche possono dare origine a due tipi di molecole, che sono uno l’immagine speculare dell’altra, mentre l’"organocatalisi asimmetrica" permette invece di ottenere soltanto una delle due forme, una situazione oggi molto utilizzata soprattutto nel campo dell’industria farmaceutica. E mentre List lavorava al suo progetto, anche MacMillan stava cercando di creare un metodo per "pilotare" le reazioni chimiche e dopo aver tentato senza successo di utilizzate i metalli come catalizzatori, decise di ricorrere a molecole più complesse, proprio come aveva fatto il "collega" tedesco.
List e MacMillan pubblicarono i loro studi nel 2000, a breve distanza l’uno dall’altro, e senza conoscere il lavoro del collega. Da allora, l’impiego dell’"organocatalisi asimmetrica" si è andato sempre più affermando nell’industria chimica ed è alla base di moltissime produzioni fra le quali la creazione di molecole in grado di formare materiali elastici e durevoli, immagazzinare energia nelle batterie o inibire la progressione delle malattie. La chimica, dunque, non è poi così brutta come certi luoghi comuni vorrebbero dipingerla.