Dalle più remote "highlands" alla punta estrema della Cornovaglia, c’è un gran fermento tra le parrocchie cattoliche della Gran Bretagna. I cori di Inghilterra, Galles e Scozia ormai da settimane stanno provando la nuova Messa composta da James MacMillan per il viaggio di Papa Benedetto XVI in Regno Unito. A guidare e sostenere il canto delle grandi assemblee saranno un coro da ottocento persone giovedì prossimo alla celebrazione eucaristica allo Bellahouston Park di Glasgow, e un altro da duemila a Cofton Park a Birmingham, domenica, in occasione della beatificazione del cardinale John Henry Newman.«Una sfida enorme, sia per l’importanza dell’incarico sia per la difficoltà di scrivere musica destinata a essere cantata da così tante persone» racconta MacMillan. Scozzese, classe 1959, quotato tra i più importanti compositori della sua generazione, MacMillan ha musicato la nuova versione inglese del testo liturgico in uno stile piano, adatto a grandi masse, senza tradire la sua scrittura modernista. «Ho cercato di tradurre lo sviluppo drammatico della Messa. Il "Gloria" – spiega l’autore – è un grande inno di preghiera, un’immensa elevazione di cuori verso il cielo. Un’esplosione di gioia che arriva dai primi giorni della Chiesa. Il "Sanctus" ha invece un sapore "celtico". Alle parole "Beato colui che viene nel nome del Signore", preparatorie alla consacrazione, ho voluto infondere un senso di timore. L’
Agnus Dei è infine più più riflessivo e dolce». Il
Kyrie sarà invece cantato in gregoriano, ma MacMillan ne ha comunque scritto una versione, così che la
Messa potrà essere cantata interamente nelle parrocchie. Per facilitare l’apprendimento della partitura è stato allestito un sito web da cui scaricare i file audio mentre su YouTube si trovano già le prove di alcuni cori.La musica di MacMillan è eseguita nelle sale da concerto di tutto il mondo. Ma molta della sua attenzione è dedicata alla liturgia, tanto che nel maggio 2009 in un intervento sul «Times» aveva lamentato la decadenza della musica nelle celebrazioni cattoliche: «Scrivo molto per la liturgia. Non solo per le grandi occasioni ma anche per le assemblee ordinarie. Ogni settimana compongo musica per le funzioni la mia parrocchia di St. Columba, a Glasgow. Ho potuto riflettere molto su ciò che è appropriato per la moderna liturgia cattolica. A partire dalla necessaria centralità del gregoriano come modello. Per fortuna Benedetto XVI presta molta attenzione a questo aspetto. Mi piacerebbe ringraziarlo per il suo incoraggiamento ai musicisti della Chiesa, che sono stati ignorati per così lungo tempo».James MacMillan è noto anche per i suoi interventi presso l’opinione pubblica britannica contro i pregiudizi anticattolici ancora diffusi e riemersi in occasione dell’imminente viaggio papale, ed è spesso cercato dai media per commentare la vita pubblica: «Non so dirle perché o come sono diventato un artista "impegnato". È semplicemente successo!». Il cattolicesimo è per lui d’altronde un’esperienza così totalizzante da «determinare nel profondo la forma delle mie opere. La musica è l’analogo della comunicazione diretta ed effettiva della Grazia. È una finestra nella mente di Dio, connessa con il suo amore per l’umanità».