Un pianoforte, una palma, una montagna di scatole con geroglifici. E naturalmente una mummia. Ai bambini bastano. «Guarda, quello è l’Egitto» esclamano entrando a teatro. Ordinati dietro le maestre si guardano attorno, un po’ intimoriti: il Teatro sociale di Como è meraviglioso. Hanno tutti 4, 5 anni. Sono qui per l’A ida di Giuseppe Verdi. Per ascoltarla e cantarla. Celeste Aida è infatti la nuova produzione di Opera Kids, 'ramo' dedicato alla scuola dell’infanzia di Opera Education, progetto di AsLico, la storica associazione che dal 1949 promuove i talenti della lirica e che dal 2002 ha sede proprio a Como. Un soprano è Aida, dolcissima e sfortunata principessa prigioniera. Un’attrice è di volta in volta un’esploratrice pasticciona, Radames, valente condottiero con la paura del buio, Amneris, principessa capricciosa, il papà di Aida, marionetta guerrafondaia. I brani più celebri ci sono tutti: dalla Marcia trionfale a O Cieli azzurri. Alla stessa Celeste Aida, intonata con l’aiuto dei piccoli in platea. Smontati e ricollocati in una narrazione che non tradisce l’originale. Nemmeno nel finale, con Aida che sceglie di seguire il suo guerriero chiuso per sempre in una 'stanza buia'. Spettacolo nello spettacolo, i bambini cantano, reagiscono, intervengono. «Anche nei momenti più impensati» racconta Lucrezia Dei, voce e corpo di Aida, che cura anche la preparazione a scuola: «In classe preparo il brano e spiego la storia, ma solo in parte per mantenere alta l’attenzione durante lo spettacolo. Con Opera Kids in realtà arriviamo fino ai bambini di 8 anni. Con loro si parla anche di Verdi, dell’opera, e del teatro ». Dove poi la ritrovano sul palco: «Per i bambini è impossibile scollare persona e personaggio. E così quando mi rivedono dopo lo spettacolo mi chiedono: ma tu non eri in Egitto?». Opera Kids è partita nel 2009 con Hänsel e Gretel di Humperdinck, raccogliendo un migliaio di bambini. Quest’anno il calendario delle recite (dopo il debutto di dicembre a Como si riparte dal 15 gennaio a Milano per toccare poi tutta l’Italia) vedrà coinvolti 12mila piccoli spettatori. «Che a loro volta portano a teatro i genitori nelle recite dedicate alle famiglie» racconta Barbara Minghetti, presidente di Aslico e ideatrice di tutto il progetto. Perché Opera Kids arriva dopo la lunga esperienza di Opera Domani, dedicato ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado. «In questo caso si tratta della produzione di un’opera con orchestra e cast completo. I ragazzi sono chiamati a cantare insieme ai cantanti, sotto la bacchetta del direttore. L’idea mi è nata quando durante una rappresen- tazione ho viste tante teste bianche e persone poco partecipi. Mi sono chiesta come quest’arte così affascinante e innovativa potesse essere rivista oggi negli occhi dei bambini. Ho pensato che dovevano essere loro il coro». Un’idea che ha funzionato se oggi il numero degli studenti coinvolti tocca quota centomila. L’ Aida che debutterà il 24 febbraio a Como arriverà in 23 città, da Bolzano a Napoli. «Nonostante la crisi non abbiamo defezioni da parte delle scuole. La parte grossa del progetto è in classe e dura sei mesi. Forniamo spunti didattici, testi, spartiti e materiale per costruire oggetti di scena. E soprattutto formiamo gli insegnanti. La loro passione, il tempo, l’impegno sono il vero motore». È anche un progetto costoso: «Il biglietto evidentemente non basta. Il bilancio è arrivato al milione di euro, coperto in gran parte da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo».
Da quattro anni è nata anche Opera it, per gli studenti delle superiori, spettacolo per voce e pianoforte con inserti multimediali: «Non affrontiamo un titolo ma un compositore – spiega Minghetti – sia nel suo complesso sia nel rapporto con il suo tempo e la cultura in generale. Cerchiamo così di recuperare quel flusso della storia che, secoli dopo, si è perso nell’ascolto puro ». È stato avviato anche il progetto di Orchestra in gioco, sulla sinfonica («più difficile, manca la narrazione. Stiamo sperimentando con commenti all’ascolto in diretta su Twitter») e allo studio c’è Opera Baby: «Vogliamo arrivare agli asili nido. Per coprire tutto l’arco formativo, dagli 8 mesi ai 18 anni». La vera sfida, però, è capire cosa dell’esperienza resta nei ragazzi: «È difficile, ma abbiamo avviato delle ricerche con la Bicocca di Milano. Vorremmo capire soprattutto se e cosa l’opera ha significato nella loro formazione. Abbiamo però indizi laterali. Ai concorsi dell’AsLiCo spesso si presentano cantanti che hanno conosciuto l’opera con noi. E una volta mi è capitato di trovarmi in metro a Milano e di incrociare una classe scolastica che cantava cori d’opera. Mi hanno detto che da quando hanno seguito Opera Domani in gita cantano sempre Rossini».