La sfida delle "stelle" affascina anche l'Europa. Il Vecchio Continente ha deciso di sfidare gli Stati Uniti nella conquista di Marte e nella ricerca della vita extraterrestre. Una missione importante, in cui l'Italia svolgerà un indubbio ruolo da protagonista. La missione ExoMars, con i due veicoli lanciati dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, è iniziata oggi grazie alla collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l'agenzia spaziale russa Roscosmos. Nel nome il suo scopo: il suffisso "Exo" si riferisce infatti all'esobiologia (exobiology in inglese), ossia alla disciplina che studia forme di vita su altri pianeti, in questo caso su Marte, il pianeta del nostro Sistema solare più simile alla Terra. È un'impresa suggestiva, appunto, che vede l'Italia in pole position con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), che è il principale contributore con 350 milioni di euro, pari al 32% del valore complessivo della missione, che è di 1,3 miliardi. Ma non sono finanziamenti, l'Italia è in prima fila anche con la sua tecnologia e la sua industria. Con Finmeccanica e Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica), che ha integrato entrambi i veicoli nei suoi stabilimenti di Torino. A Torino la Telespazio (Finmeccanica-Thales) ha contribuito al centro di controllo lander Schiaparelli, gestito dall'Altec, la società nata dalla collaborazione fra Thales Alenia Space e Asi. Importante anche il contributo squisitamente scientifico dell'Italia, con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), università di Padova, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). «Non c'è posto migliore nel Sistema Solare in cui andare a cercare qualcosa di simile alla vita»>, ha detto il direttore generale dell'Esa, Jan Woerner. «Questa missione - ha detto ancora - riesce a conciliare tutti gli aspetti più importanti di una missione spaziale: dalla scienza alla tecnologia, alla cooperazione». Marte certamente, che si trova "sull'uscio di casa", rispetto ad altri corpi celesti, senza dimenticare altri luoghi come i satelliti - Io ed Europa - di Giove, che da anni pongono molte domande meritorie di essere - a questo punto - evase. «Sappiamo ancora molto poco sul perché esiste la vita sulla Terra e da dove viene. Stiamo cercando la vita dappertutto», ha aggiunto il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, riferendosi a Marte ma anche alle osservazioni dei pianeti esterni al Sistema Solare. Ma è un'avventura appena agli inizi e, per quello che riguarda Marte, la missione ExoMars prevede diverse fasi: quella partita oggi è la prima fase e porta sul pianeta rosso sia la sonda Tgo (Trace Gas Orbiter), che resterà nell'orbita marziana per sette anni raccogliendo dati scientifici e permettendo le comunicazioni sulla Terra, sia il lander Edm (Entry, descent and landing demonstrator) il veicolo che dimostrerà la capacità dell'Europa di posarsi sul suolo di Marte e dedicato all'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, al quale si deve la prima mappa di Marte. La seconda missione, prevista nel 2018, prevede invece l'arrivo su Marte di un rover equipaggiato con un trapano progettato e costruito in Italia, che perforerà il suolo fino alla profondità di due metri in cerca di tracce di vita passata oppure di eventuali forme di vita, riuscite a sfuggire alle temperature estreme e alle radiazioni della superficie marziana.
In cerca della vita su Marte. Partita la missione europea Exomars. Dall'Italia finanziamenti, tecnologia e ricerca scientifica. Il presidente di Asi, Battiston: «Cerchiamo la vita dappertutto»
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