Caro direttore,alla disinvoltura con la quale i media trattano i temi religiosi ormai ci siamo tutti abituati. Il fatto nuovo di questi giorni è invece come alcuni opinionisti cattolici trattano il film di Moretti "Habemus Papam". Così l’ospitalità che ti chiedo è per lanciare sommessamente un appello: non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono (con una ben curiosa giustificazione: Moretti poteva essere molto più cattivo). Bocciamolo al botteghino. Saremo noi a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo, perché il pubblico laico si annoierebbe a morte e infatti diserterà le sale. È su di noi che si fa conto per recuperare l’investimento cospicuo che è stato fatto per ricostruire la Sistina in uno studio. Se vogliamo respirare l’atmosfera del Conclave andiamoci direttamente alla Sistina: per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l’orario di apertura e dimezzato il costo dei biglietti. Perché dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione? Non mi sembra che regga il solito argomento che dobbiamo conoscere per giudicare: non è che debbo saltare giù dal sesto piano per capire che potrei farmi male. Di motivi per non vedere il film di Moretti ce ne è almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: «Gioca con i fanti e lascia stare i santi». Non è un bello spettacolo vedere scimmiottare la figura del Capo della Chiesa cattolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell’elezione impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto. Il Papa non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa. «Tu sei Pietro e su questa pietra Io edificherò la mia Chiesa e le porte dell’Inferno non prevarranno contro di Essa», ha detto Gesù nel Vangelo e così Pietro e i suoi successori sono diventati la pietra su cui è costruita la Chiesa: «A te do le Chiavi del Regno dei Cieli e tutto ciò che legherai sulla Terra sarà legato anche in Cielo e tutto ciò che scioglierai sulla Terra sarà sciolto anche in Cielo». Di "Habemus Papam" non abbiamo bisogno, noi il Papa ce lo abbiamo per davvero.
Salvatore Izzo (giornalista vaticanista)